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GERMANIAL'Afd sale ma manca il sorpasso in Brandeburgo e Sassonia

01.09.19 - 18:22
I populisti di destra, secondo gli exit poll, insidiano le prime forze in entrambi i Laender
keystone-sda.ch/ (FELIPE TRUEBA)
L'Afd sale ma non arriva in testa.
L'Afd sale ma non arriva in testa.
L'Afd sale ma manca il sorpasso in Brandeburgo e Sassonia
I populisti di destra, secondo gli exit poll, insidiano le prime forze in entrambi i Laender

BERLINO - La marea nera del malcontento ex-Ddr c'è stata, e pure alta, ma gli argini dei due grandi partiti al governo a Berlino - anche se scricchiolando sonoramente - tutto sommato hanno retto: nelle due elezioni regionali svoltesi nell'est della Germania, in Sassonia e in Brandeburgo, i populisti di estrema destra dell'Afd hanno rispettivamente triplicato e raddoppiato i consensi ma non sarebbero riusciti nel colpo storico di diventare primo partito in una regione tedesca, come i sondaggi avevano lasciato ipotizzare almeno a Postdam.

Il partito cristiano-democratico (Cdu) della cancelliera Angela Merkel e quello socialdemocratico (Spd) al momento senza una guida - i due pezzi dell'inquieta Grande coalizione al potere a livello nazionale - hanno conservato il primato nelle rispettive roccaforti che governano da tre decenni. Ma hanno subito perdite destinate a scuotere Berlino condizionando due dibattiti politici: l'elezione del nuovo leader Spd a dicembre e la leadership dell'attuale erede di Merkel alla guida della Cdu, Annegret Kramp-Karrenbauer. Un ulteriore elemento di riflessione è atteso con i risultati delle elezioni fissate in Turingia per il 27 ottobre.

In Sassonia, la regione con capoluogo Dresda e la più popolosa fra le due in cui si è votato, secondo proiezioni l'Afd ha raccolto il 27% dei voti, tre volte di più rispetto al 9,7% che ebbe nelle precedenti regionali del 2014. La Cdu, perdendo sei o sette punti rispetto al 39,4% di cinque anni fa, si confermata primo partito col 32-33% dei consensi.

Era però in Brandeburgo, la regione che circonda Berlino, che i sondaggi avevano prospettato un testa a testa tra formazione xenofoba e un pilastro della democrazia tedesca, la Spd che fu di Willy Brandt ed Helmuth Schmidt. Qui l'Afd avrebbe raddoppiato i consensi passando dal 12,2% del 2014 ad un attuale 23-24%. Ma i socialdemocratici, pur perdendo sei punti, avrebbe raccolto il 27%: un margine risicato, ma dunque senza sorpasso.

In entrambe le regioni i Verdi hanno proseguito il loro trend positivo trainato dalle preoccupazioni dei tedeschi per i cambiamenti climatici ottenendo il 10% in Brandeburgo (+4 punti) e l'8,5% in Sassonia (+2 punti). Soprattutto in Sassonia, dove peraltro la Sinistra sarebbe in calo di otto punti al 10,5%, sarà problematico proseguire la Grande coalizione al governo a Dresda.

Tutte le analisi della vigilia hanno spiegato la prevista avanzata dell'Afd con la disillusione dei tedesco orientali per sviluppo e risultati dell'unificazione tedesca del 1990: fra l'altro le disparità salariali e pensionistiche, assieme alle paure alimentate delle migrazioni, sono stati fra i temi su cui hanno insistito i populisti di destra.

Il vicecancelliere e ministro delle Finanze Olaf Scholz, unico candidato di spicco fra i 20 in corsa alla guida della Spd, si è comunque sentito autorizzato dalle proiezioni a sostenere che «possiamo vincere le elezioni, questo è il messaggio che mandiamo oggi, e così deve essere sempre nei prossimi anni».

 
 


 

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