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REGNO UNITOTerrorismo e carenza di cibo: quei grandi rischi del "no deal"

07.08.19 - 11:40
A lanciare l'allarme a Boris Johnson sia Scotland Yard sia la Food and Drink Federation
Terrorismo e carenza di cibo: quei grandi rischi del "no deal"
A lanciare l'allarme a Boris Johnson sia Scotland Yard sia la Food and Drink Federation

LONDRA (ats ans) - Lo scenario di una Brexit "no deal" incombe come un'ipotesi sempre più concreta per la Gran Bretagna del nuovo premier conservatore Boris Johnson. E i moniti sugli effetti immediati di un taglio netto repentino dall'Ue si moltiplicano anche fra i responsabili di settori vitali per l'isola: dagli apparati di sicurezza all'industria alimentare.

Sul primo fronte, il numero due di Scotland Yard e capo dell'antiterrorismo, Neil Basu, avverte oggi che un divorzio senz'accordo costringerà a «rinegoziare» l'attuale sistema di collaborazione paneuropea in ambiti chiave come il controllo sui viaggiatori o i termini delle procedure di estradizione. Un problema di cui il governo è consapevole, precisa Basu, non senza notare però come qualche contraccolpo sia destinato a restare inevitabile: «Abbiamo preparato molti piani di emergenza per mettere le cose a posto (in caso di 'no deal'), ma ci sono alcune cose che non si potranno mettere a posto nell'immediato».

Quanto al settore alimentare, i vertici della Food and Drink Federation, organizzazione imprenditoriale del Regno che include produttori e distribuzione, ha chiesto all'esecutivo una legislazione speciale d'emergenza nell'ipotesi di "hard Brexit": con la sospensione delle regole sulla concorrenza che al momento impediscono alle grandi catene di accordarsi su prezzi e accumulo delle scorte e di fare cartello per ottimizzare l'afflusso di merci al pubblico.
 
 

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