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STATI UNITILa gaffe di Biden e quel sito che in realtà è un numero di telefono

01.08.19 - 10:11
L'invito ad «andare a Joe30330» che in realtà era un numero di un servizio di messaggistica ha fatto sghignazzare il web
keystone-sda.ch/STF (Paul Sancya)
La gaffe di Biden e quel sito che in realtà è un numero di telefono
L'invito ad «andare a Joe30330» che in realtà era un numero di un servizio di messaggistica ha fatto sghignazzare il web

WASHINGTON D.C.  - Joe Biden, già ribattezzato da alcuni media americani il "maestro delle gaffe", ne ha combinata un'altra delle sue: ieri sera, al termine del secondo dibattito democratico, ha invitato il pubblico a visitare un sito inesistente della sua campagna elettorale.

E così, invece di dire «inviate messaggi di testo a JOE al 30330», l'ex vice presidente ha detto «andate a Joe30330 e aiutatemi in questa battaglia», senza specificare che si riferiva ad un servizio di messaggi di testo.

Il cyberspazio si è subito scatenato contro Biden deridendo la sua ignoranza in fatto di tecnologia e scatenando una corsa digitale all'acquisto di simili nomi di dominio.

In particolare, qualcuno ha subito comprato Joe30330.com, che adesso indirizza gli utenti al sito-parodia "Josh for America" sulla campagna presidenziale lanciato il primo aprile dell'anno scorso da un certo Josh Fayer - come riporta online l'agenzia di stampa Reuters - un 21enne studente di relazioni pubbliche della Syracuse University.

E se qualcuno volesse donare fondi alla sua «campagna», Fayer invita i suoi fan a contribuire a quella del rivale di Biden, Pete Buttigieg. Un altro nome di dominio simile, joe3030.com, indirizza gli utenti internet al sito della campagna di Buttigieg.

Da parte sua, senza fare alcun riferimento alla gaffe, subito dopo il dibattito Biden ha rettificato l'errore in un tweet. 

E, come se non bastasse, scatta anche il meme - «A bunch of malarkey», un' infinità di sciocchezze: nel dibattito tv con i candidati presidenziali per i democratici, Joe Biden ha rispolverato ieri sera questa espressione a lui cara, con un desueto slang irlandese-americano che significa appunto sciocchezze, balle.

Ed è subito diventato virale sui social, con commenti prevalentemente ironici. Ma l'ex vicepresidente ha usato la parola 'malarkey' decine di volte da quando è sulla scena pubblica: da un comizio a Philadelphia in vista delle presidenziali del 1988 al dibattito del 2012 con Paul Ryan, quando zittì il rivale che criticava l'amministrazione Obama proprio come ha fatto ieri: «stai dicendo un'infinità di sciocchezze», gli disse.

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