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STATI UNITIDibattito, la prima serata è di Sanders e Warren

31.07.19 - 07:29
Buona performance anche per Buttigieg mentre delude Beto O'Rourke
Keystone
Prima serata del secondo dibattito democratico al teatro Fox in vista delle elezioni presidenziali americane del 2020.
Prima serata del secondo dibattito democratico al teatro Fox in vista delle elezioni presidenziali americane del 2020.
Dibattito, la prima serata è di Sanders e Warren
Buona performance anche per Buttigieg mentre delude Beto O'Rourke

NEW YORK - Bernie Sanders ed Elizabeth Warren si impongono nella prima serata del secondo dibattito democratico in vista delle elezioni presidenziali americane del 2020, tenutosi al teatro Fox di Detroit: incisivi e precisi si difendono senza troppi problemi dagli attacchi degli aspiranti moderati. E lo fanno facendo fronte comune l'uno con l'altro, deludendo chi si aspettava uno scontro fra i due.

Pete Buttigieg pur non brillando si dimostra disinvolto e registra una buona performance con la quale difende lo status quo. Delude invece ancora una volta Beto O'Rourke: anche se leggermente più incisivo, la sua presenza sul palco passa quasi inosservata.

Si fa notare invece Marianne Williamson che, pur parlando per pochi minuti, incassa applausi scroscianti quando chiamata in causa sul razzismo e sulla crisi dell'acqua a Flint nel Michigan. L'autrice candidata propone un piano di rimborsi per i discendenti degli schiavi afroamericani da 500 miliardi di dollari: «non si tratta di assistenza finanziaria ma del pagamento di un debito che abbiamo. Dobbiamo ammettere che il divario economico fra i bianchi e neri in America arriva da una grande ingiustizia», ovvero la schiavitù, che non abbiamo mai affrontato, dice mettendo in evidenza come quanto accaduto a Flint può accadere dappertutto nel paese.

Oltre al pubblico presenta a notarla è Donald Trump Jr. «Rispetto a quello che ho visto stasera sul palco penso che Marianne Williamson abbia vinto. Qualsiasi cosa abbia detto ha ricevuto i maggiori applausi della serata» twitta il figlio del presidente americano.

Al di là dei singoli aspiranti alla Casa Bianca a scontrarsi sul palco del teatro Fox di Detroit sono le due filosofie del partito democratico: i progressisti da un lato e i moderati dall'altro. Si criticano e si punzecchiano a vicenda.

I moderati bollano come impraticabili le idee troppo liberal e del tutto gratis di Sanders e Warren, che rischiano di consegnare gli Stati Uniti a Donald Trump per altri quattro anni. I progressisti non stanno a guardare e con Sanders accusano gli aspiranti moderati alla Casa Bianca di avere paura delle «grandi idee. I repubblicani non hanno paura delle grandi idee: hanno approvato sgravi fiscali per 1.000 miliardi di dollari per i ricchi. Quindi - incalza Sanders - per favore non ditemi che noi non possiamo affrontare l'industria dei combustibili fossili». Sanders e Warren si battono a spada tratta anche per i loro simili piani per la sanità, tema che ha aperto il dibattito e sui i toni sono saliti immediatamente mostrando differenze nella varie ricette proposte.

Fronte compatto i democratici lo mostrano nel condannare le politiche sull'immigrazione di Donald Trump e il suo razzismo. «Dobbiamo chiamare la supremazia bianca con il suo nome, terrorismo interno» dice secca Warren. Sul clima emergono divergenze: il Green New Deal progressista è ritenuto impraticabile da alcuni moderati, che criticano Warren anche per il suo piano di aumento delle tasse sui ricchi. John Delaney lo definisce incostituzionale.

L'unico momento di 'pace' fra progressisti e moderati lo fanno registrare Buttigieg e Sanders che si dicono d'accordo su un tema che li riguarda da vicino, l'età. «È una questione di visione» dicono il candidato più giovane e quello più anziano nella corsa.

L'attesa sale ora per la seconda serata dopo la quale si inizieranno a tirare le somme e, probabilmente, si sfoltirà il campo dei candidati. Per guadagnare l'accesso al dibattito di settembre i requisiti fissati sono più stringenti e per ora li centrano solo in sette. Per coloro che perdono l'occasione di imporsi nel secondo dibattito la partita per la Casa Bianca potrebbe essere chiusa.

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