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REGNO UNITOLa regina affida l'incarico a Johnson

24.07.19 - 16:34
Il neo leader Tory, 55 anni, paladino della Brexit, subentra alla 66enne collega di partito Theresa May
Keystone
Boris Johnson ha incontrato la regina Elisabetta
Boris Johnson ha incontrato la regina Elisabetta
La regina affida l'incarico a Johnson
Il neo leader Tory, 55 anni, paladino della Brexit, subentra alla 66enne collega di partito Theresa May

LONDRA - Boris Johnson è giunto a Buckingham Palace per ricevere dalla regina l'incarico formale di nuovo primo ministro britannico. Il neo leader Tory, 55 anni, paladino della Brexit, subentra alla 66enne collega di partito Theresa May.

È il premier numero 14 accolto dalla 93enne Elisabetta II negli oltre 67 anni del suo lungo regno. Il primo fu Winston Churchill, in una lista che comprende da oggi 12 uomini e due donne.

Buckingham Palace ha diramato una nota in cui si precisa che Johnson ha accettato la designazione e ha «baciato la mano» della regina, secondo la formula di rito.

Di fronte a Downing Street lo attendono ora i suoi collaboratori e la giovane fidanzata Carrie Symonds, che sarà dunque la sua partner ufficiale anche secondo il protocollo.

La protesta - L'arrivo di Johnson a palazzo è stato accolto anche dalla protesta di un drappello di manifestanti, in particolare attivisti di Greenpeace, che la polizia ha rapidamente allontanato, impedendo loro di fermare il corteo del premier entrante.

Prima del passaggio formale di consegne, si sono dimessi come preannunciato alcuni ministri del governo May considerati più moderati di Boris Johnson e contrari all'ipotesi (che il premier entrante non esclude) di una Brexit no deal il 31 ottobre.

Le nomine - I nomi di maggiore spicco fra coloro che si sono fatti da parte, certamente fuori dalla prossima compagine sono quelli di David Lidington, vicepremier di fatto con May, del cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, del ministro della Giustizia, David Gauke, e del titolare della Cooperazione Internazionale (e già candidato alla leadership Tory), Rory Stewart.

Il discorso - Il neo-premier britannico Boris Johnson entra a Downing Street con un discorso dai toni assertivi in cui evoca «un nuovo e migliore accordo» con l'Ue sulla Brexit, insiste sul 31 ottobre per l'uscita dall'Ue e dice no «ai pessimisti» che non credono «alla nostra capacità di onorare il mandato democratico» del referendum del 2016.

Proveremo che «i critici e i dubbiosi si sbagliano», dice il nuovo premier britannico, pur ricordando che ci sono solo 99 giorni. Poi definisce «remota» la possibilità di un no deal, ma ribadisce che bisogna esser pronti.

Protesta fuori da Downing St. - Una protesta di diverse centinaia di manifestanti anti Brexit ha accolto l'ingresso di Boris Johnson al numero 10 di Downing Street come nuovo premier britannico.

Radunati all'imbocco della strada, i dimostranti - tenuti a distanza dal dispositivo di sicurezza della polizia - hanno sventolato bandiere dell'Ue, urlando slogan pro Remain e contro Johnson udibili sullo sfondo mentre il nuovo primo ministro Tory ribadiva nel primo discorso da capo del governo l'intenzione di portare a termine il divorzio da Bruxelles il 31 ottobre «senza se e senza ma, costi quel che costi».

Il discorso, totalmente diverso nello stile tribunizio, ottimistico e grintoso rispetto a quelli di Theresa May, ha suscitato l'entusiasmo di diversi deputati conservatori. Ma è stato liquidato come vuota «retorica» dai vertici del Labour di Jeremy Corbyn, come dalla leader liberaldemocratica Jo Swinson e dall'indipendentista scozzese (Snp) Nicola Sturgeon. La ministra ombra dell'Istruzione laburista, Angela Rayner, lo ha liquidato via Twitter come un impasto di "spacconate e bluff".

«Sono impaziente di incontrarti per parlare - nel dettaglio - della nostra collaborazione», ha invece indicato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk nella sua lettera di congratulazioni al nuovo premier del Regno Unito.

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