Il presidente della Commissione ha anche ammesso di aver respinto, nel 2014, i candidati di sei Stati membri
BRUXELLES - «È probabile che la dimensione dei gruppi politici» al Parlamento europeo «cambi», e questo «avrà un riflesso sulla composizione delle istituzioni. Gli entusiasti del nazionalismo stupido dovranno pagare un prezzo».
Lo ha detto il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker in un'intervista al giornale ungherese HVG. «Rispetto le nazioni. Non si può costruire un'Ue contro la volontà delle nazioni, ma si può costruire contro i nazionalismi. Serve sano patriottismo. E noi ce l'abbiamo».
All'intervistatore che chiede a Juncker di dare esempi pratici rispetto all'avvertimento, il presidente dell'esecutivo comunitario spiega: «Dirò qualcosa che non ho mai rivelato in pubblico, e cioè che nel 2014 ho respinto i candidati di sei Stati membri».
Il presidente della Commissione preferisce non entrare nei dettagli sull'identità o il Paese di provenienza dei candidati respinti, ma spiega: «Leggo molto su come i governi si spartiscono gli incarichi della Commissione e di come mercanteggino. Ma il sistema non funziona così. Il Presidente ha il potere di fissare gli obiettivi e allocare le deleghe ai candidati che gli Stati membri propongono. Presumo che sarà così anche quest'anno. Poi il Parlamento europeo deciderà se dare il suo benestare. Questo è un sistema democratico, non un gioco di burocrati lontani».