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ITALIANicola Zingaretti vince le primarie

03.03.19 - 22:43
Superando il 60% dei consensi è il nuovo segretario del Partito Democratico italiano
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Nicola Zingaretti vince le primarie
Superando il 60% dei consensi è il nuovo segretario del Partito Democratico italiano

ROMA - Nicola Zingaretti è incoronato nuovo segretario del Pd con un bagno di consensi nel voto popolare delle primarie: con un'affluenza oltre il milione e settecentomila votanti, il governatore del Lazio ha ottenuto circa il 70%, oltre un milione di preferenze, largamente al di sopra della maggioranza necessaria del 50% più uno.

«Un risultato straordinario, più votanti delle ultime primarie - esulta Zingaretti -. Viva la democrazia italiana!». Primarie per l'Italia, le aveva ribattezzate. «Non sarò un capo, ma il leader di una comunità - dice nel primo discorso in mezzo alla festa dei suoi a Roma -. Grazie all'Italia che non si piega e che vuole arginare un governo illiberale e pericoloso».

Zingaretti dedica la vittoria a Greta, la ragazza svedese che lotta contro i cambiamenti climatici, ai poveri e ai giovani disoccupati. Promette un Pd inclusivo, «aperto a una nuova alleanza» di centrosinistra. «I delusi sono tornati e torneranno», assicura, «stavolta non possiamo deluderli».

La sua leadership viene riconosciuta da tutti i big del partito, a iniziare dagli altri candidati. Roberto Giachetti, terzo con il 12% ufficioso, chiama Zingaretti e si complimenta. «Altro che macerie», dice sottolineando l'alta partecipazione. «Buon lavoro Segretario!- twitta Maurizio Martina, intorno al 18% -. Da oggi sempre più #fiancoafianco nel PD per l'Italia».

«Quella di Nicola Zingaretti è una vittoria bella e netta. Adesso basta col fuoco amico - lo saluta Matteo Renzi, il convitato di pietra -: gli avversari politici non sono in casa ma al Governo». Dall'ex Rottamatore la promessa di evitare il "fuoco amico" del quale si è sentito a lungo vittima lui stesso.

Nel pomeriggio, parlando già quasi da segretario in pectore, Zingaretti aveva detto: «Sono contento di queste lunghe file in tutti i Comuni italiani, avevo chiesto fiducia e passione come i grandi punti di ripartenza. Ora sta a noi non tradire questa fiducia, e se tocca a me giuro che non la tradiro mai». E a lui toccherà tentare di risollevare il Pd già in vista della difficile sfida delle Europee.

Finora Zingaretti ha sempre vinto le elezioni alle quali si è presentato: dal consiglio comunale di Roma all'Europarlamento, dalla presidenza della Provincia di Roma a quella della Regione Lazio, dove è stato rieletto lo scorso marzo mentre il Pd si inabissava, fino alla segreteria.

In via dei Cerchi, accanto al Circo Massimo, militanti e volontari si mischiano ai parlamentari che hanno sostenuto il candidato; tra loro la coordinatrice della mozione Paola De Micheli, Gianni Cuperlo, Francesco Boccia - ex candidato -, il "grande elettore" Dario Franceschini, che con la sua AreaDem ha spostato parecchi voti.

Zingaretti diventa segretario di un partito, il principale di opposizione nonostante tutto, che a un anno meno un giorno dal tracollo delle politiche del 4 marzo sembra dare un segno di vitalità e alle primarie porta al voto quasi un milione e ottocentomila persone.

Fin dalla mattina si sono viste file in molti dei circa 7500 seggi allestiti in circoli e gazebo, tanto che in molti casi si è dovuto tenere aperta la "sezione" oltre le 20 per permettere a tutti di votare. L'ultima volta, per la rielezione di Renzi, avevano partecipato alle primarie circa 1,8 milioni di persone, ma era un altro Pd e l'affluenza di domenica non era scontata.

I maggiorenti del partito hanno votato nelle rispettive città: tra i candidati, Zingaretti e Giachetti a Roma, Martina a Bergamo. Renzi, ultimo a essere eletto, ha votato a Firenze andando al seggio in vespa. A Roma ha votato Paolo Gentiloni, che con Zingaretti potrebbe diventare presidente del Pd e forse anche candidato premier. Molti gli uomini di spettacolo visti ai gazebo, tra cui Roberto Benigni, Paolo Virzì, Nanni Moretti, Francesco Guccini, Renzo Arbore e Stefania Sandrelli, tra gli altri. Tutti ora a guardare cosa porterà il nuovo leader.

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