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REGNO UNITONuovo voto sulla Brexit questa sera

27.02.19 - 16:31
È sulla mozione illustrata ieri da Theresa May a proposito dell'andamento dei negoziati supplementari con Bruxelles e non sarà vincolante
KEYSTONE/EPA (PARLIAMENTARY RECORDING UNIT HANDOUT)
Nuovo voto sulla Brexit questa sera
È sulla mozione illustrata ieri da Theresa May a proposito dell'andamento dei negoziati supplementari con Bruxelles e non sarà vincolante

LONDRA - È ripreso oggi pomeriggio alla Camera dei Comuni il dibattito sulla Brexit destinato a chiudersi in serata con un voto di presa d'atto - non vincolante, ma politicamente indicativo degli umori della Camera - sulla mozione illustrata ieri da Theresa May a proposito dell'andamento dei negoziati supplementari con Bruxelles.

Negoziati che il governo ritiene di poter ancora chiudere positivamente e su cui spera di ottenere la ratifica di Westminster il 12 marzo, come ha insistito oggi in aula il vicepremier di fatto, David Lidington, riecheggiando la premier.

Il momento della verità è rinviato in ogni caso a fra due settimane. Anche se già oggi il governo dovrà affrontare - oltre al voto simbolico sulla mozione - quello su cinque emendamenti ammessi dallo speaker, John Bercow.

Il primo è promosso da Jeremy Corbyn e chiede sostegno al piano B laburista per una Brexit più soft, lasciando sullo sfondo - in caso di bocciatura - l'opzione di riserva preannunciata dallo stesso leader di appoggiare a marzo una richiesta di referendum bis.

KEYSTONE/EPA (VICKIE FLORES)

Gli altri quattro emendamenti destinati a essere votati prima delle 20.00 ora svizzera - salvo che non siano ritirati all'ultimo momento - sono tutti concepiti per cercare di condizionare la linea del governo.

Il secondo, presentato dagli indipendentisti scozzesi dell'Snp, chiede che una Brexit senz'accordo (no deal) sia esclusa in qualunque caso e in qualunque momento. Il terzo, trasversale, mira ad aprire la strada alla possibilità che il Parlamento tolga di fatto il controllo del negoziato al governo laddove Theresa May non ottenga l'ok della Camera entro il 18 marzo sul suo accordo, su un no deal o su un rinvio.

Il quarto, patrocinato dal deputato Tory d'origine italiana Alberto Costa, sollecita invece rassicurazioni sulla volontà dell'esecutivo di concordare con l'Ue la tutela ai livelli attuali dei diritti dei cittadini Ue residenti nel Regno e dei britannici espatriati nel continente anche in caso di no deal.

Il quinto e ultimo, che ha come prima firmataria la deputata laburista Yvette Cooper, punta infine a mettere nero su bianco l'impegno che ormai la stessa May ha formalizzato ieri di chiedere «un breve rinvio» della Brexit, rispetto alla data prevista del 29 marzo, se nel frattempo il governo non riuscisse a garantirsi il sostegno di una maggioranza parlamentare.

L'emendamento Costa ha suscitato una polemica, con il siluramento del deputato da un incarico di partito, poiché May gli aveva chiesto di ritirarlo, non contestandone il contenuto, ma ritenendolo tecnicamente sbagliato visto che Bruxelles non avrebbe il potere di negoziare sui diritti dei cittadini dei singoli paesi in caso di no deal e la questione diverrebbe almeno in parte bilaterale.

Diritti dei cittadini Ue, ok dal governo - Il governo ha dato il suo sostegno, rovesciando le iniziali perplessità, all'emandamento Costa. Il vicepremier David Lidington ha spiegato che l'iniziativa - sostenuta da un fronte trasversale e anche dal ministro dell'interno Sajid Javid - è in linea con «gli obiettivi politici» e la volontà più volte espressa al riguardo dall'esecutivo Tory.

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