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REGNO UNITOMay è ottimista: «Buoni progressi» con l'Ue

26.02.19 - 14:42
Jeremy Corbyn non è convinto e invoca un referendum bis
KEYSTONE/EPA (PARLIAMENTARY RECORDING UNIT HANDOUT)
May è ottimista: «Buoni progressi» con l'Ue
Jeremy Corbyn non è convinto e invoca un referendum bis

LONDRA - Il governo britannico vuole «una Brexit concordata» con l'Ue, ma resta impegnato a «fare di un no deal un successo» se un'uscita senz'accordo si rivelasse alla fine necessaria. Lo ha detto ai Comuni la premier Theresa May, rifiutandosi di escludere a priori questa opzione fin da subito, nonostante l'apertura su un ipotetico rinvio «breve e limitato» della data d'uscita del 29 marzo.

May ha peraltro riconosciuto le legittime preoccupazioni di chi guarda al tempo del negoziato che sta per scadere.

La premier Tory ha quindi confermato che il governo metterà oggi a disposizione del Parlamento e dell'opinione pubblica tutti i rapporti sull'ipotetico scenario di un no deal preparati nei mesi scorsi per conto l'esecutivo. Un atto che May è stata costretta a ordinare, dopo l'approvazione due settimane fa di un emendamento ad hoc promosso alla Camera dei Comuni da una maggioranza trasversale formata da ribelli Tory pro Remain e dai partiti di opposizione.

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«Buoni progressi» con l'Ue - Theresa May ha evocato oggi, nel suo statement alla Camera dei Comuni, di aver fatto «buoni progressi» negli ultimi giorni. La premier britannica ha detto di aver discusso a Sharm El-Sheik con Jean-Claude Juncker e Donald Tusk del fatto che la contestata clausola vincolante di salvaguardia del confine aperto in Irlanda, il cosiddetto backstop, "non può durare indefinitamente".

Le discussioni proseguono, anche su possibili «soluzioni alternative» al backstop, ha insistito May, facendo riferimento anche agli incontri previsti in settimana a Bruxelles fra suoi ministri e il negoziatore Ue Michel Barnier.

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Faremo il punto finale «sui progressi» prima del prossimo «voto significativo» del Parlamento confermato per il 12 marzo, ha aggiunto, impegnandosi a «lavorare duro» per portare a casa ciò che «questa Camera chiede per poter approvare un accordo, come noi sappiamo e l'Ue lo sa». May ha infine promesso di mettere ai voti ai Comuni un impegno a garantire dopo la Brexit la tutela dei diritti dei lavoratori ai livelli attuali.

Corbyn non è convinto - Jeremy Corbyn contesta la linea di Theresa May e conferma la sua svolta sull'opzione di un referendum bis evocando «un voto pubblico confermativo sulla Brexit che il governo porterà a casa». «Ho perso il conto del numero delle volte che il primo ministro ha rinviato» un voto in Parlamento, accusa, invitando la Camera a votare domani per il «credibile» piano laburista alternativo di un Brexit più soft.

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Secca la replica della premier: un secondo referendum «sarebbe un tradimento della volontà popolare» espressa nel 2016.

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