Si pensa al "rinvio limitato" per scongiurare un'uscita no deal
LONDRA - Salgono le pressioni sulla premier Theresa May all'interno dello stesso governo britannico affinché tolga dal tavolo subito ogni ipotesi di Brexit senza accordo (no deal) e apra la porta all'eventualità di un rinvio limitato della scadenza ufficiale di divorzio fissata per il 29 marzo, se il 12 marzo la sua linea fosse di nuovo respinta a Westminster.
Il governo britannico vuole «una Brexit concordata» con l'Ue, ma resta impegnato a «fare di un no deal un successo» se un'uscita senz'accordo si rivelasse alla fine necessaria.
Lo ha detto ai Comuni la premier Theresa May, rifiutandosi di escludere a priori questa opzione fin da subito, nonostante l'apertura su un ipotetico rinvio «breve e limitato», della data d'uscita del 29 marzo.
May ha peraltro riconosciuto le legittime preoccupazioni di chi guarda al tempo del negoziato che sta per scadere.
Lo scrivono i media britannici a margine della riunione del consiglio dei ministri dedicata stamane esclusivamente a questo dossier, prima del nuovo statement di aggiornamento sui colloqui con l'Ue che la premier Tory ha in agenda in giornata ai Comuni.
Tre sottosegretari (Margot James, Richard Harrington e Claire Perry) hanno annunciato pubblicamente di essere pronti a dimettersi se il no deal non verrà escluso.
Ma ad alimentare i venti di rivolta ci sono anche vari altri membri dell'esecutivo, inclusi 3 ministri di spicco guidati da Amber Rudd. Stando alle anticipazioni, la premier - dopo aver rifiutato fino a ieri lo slittamento - è ora pronta a cedere e a non escludere oggi stesso alla Camera la possibile opzione d'un «breve rinvio».
Secondo fonti interne al Partito Conservatore citate dalla Bbc, la mossa di compromesso della premier - destinata peraltro ad irritare i falchi brexiteers della sua (teorica) maggioranza - è inevitabile per cercare di scongiurare il rischio di una ribellione collettiva dei Tory più moderati nel voto sui nuovi emendamenti in calendario domani.
In particolare su quello trasversale - promosso dalla deputata laburista Yvette Cooper con il Tory ribelle pro Remain Oliver Letwin, e avallato ieri dall'appoggio formale del leader del Labour, Jeremy Corbyn - che se approvato imporrebbe a May, in caso di bocciatura finale del proprio piano il 12 marzo, di passare la palla al Parlamento e di farsi dettare dall'assemblea la richiesta a Bruxelles di slittamento della Brexit.
Intanto, per le prossime ore, è attesa pure la pubblicazione da parte del governo - secondo quanto imposto dalla Camera dei Comuni due settimane - di tutti i rapporti stilati sul temuto scenario di un no deal. Mentre non è previsto prima di metà marzo il nuovo emendamento in favore di un possibile secondo referendum che Corbyn ha annunciato ieri - superando precedenti esitazioni - qualora la Camera rigettasse la proposta del piano B laburista per una Brexit più soft rispetto alla linea May.