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VENEZUELAGli aiuti umanitari arriveranno il 23 febbraio

12.02.19 - 19:00
Maduro nega l'emergenza e il consenso internazionale verso il suo sfidante Guaidò
Keystone
Gli aiuti umanitari arriveranno il 23 febbraio
Maduro nega l'emergenza e il consenso internazionale verso il suo sfidante Guaidò

CARACAS - Juan Guaidò, il presidente del Parlamento venezuelano che ha assunto i poteri dell'Esecutivo, ha annunciato oggi che gli aiuti umanitari che ha richiesto alla comunità internazionale entreranno nel paese il prossimo 23 febbraio.

Prendendo la parola al termine di una nuova e massiccia protesta di piazza a Caracas, Guaidò ha detto che a partire da sabato prossimo «inizieremo il processo di organizzazione per l'ingresso degli aiuti umanitari».

Il leader antichavista ha confermato che, oltre a quello istallato a Cucuta, sulla frontiera colombiana con il Venezuela, a partire da oggi comincerà a funzionare un secondo centro di raccolta di viveri e medicine a Roraima, sulla frontiera brasiliana, sottolineando che 250 mila persone si sono già iscritte nel programma di volontariato che ha lanciato per raccogliere gli aiuti umanitari. «L'assistenza umanitaria passerà, sì o sì», ha assicurato Guaidò.

Maduro nega tutto - Nella lunga intervista che ha concesso oggi alla Bbc, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha negato che vi siano 50 paesi che hanno riconosciuto Juan Guaidò come presidente, che esista un esodo di più di 3 milioni di venezuelani scappati dal paese negli ultimi due anni o che esista una crisi umanitaria per mancanza di cibo e alimenti nel suo paese.

Quando la giornalista della Bbc, Olga Guerin, gli ha segnalato che 50 paesi hanno riconosciuto Guaidò, Maduro ha reagito, piccato: «Ma da dove ha tirato fuori quel numero?», per poi chiedere all'intervistatrice di controllare se «è una giornalista obiettiva, stabile, o se è qui solo per continuare con la campagna di guerra, della Bbc e la stampa occidentale, contro il Venezuela».

Keystone

Incalzato dalla giornalista, il presidente venezuelano ha commentato che «non è che non siamo d'accordo, è che lei mente», per poi aggiungere che «si tratta di circa 10 governi, governi e non paesi, che si sono allineati con le politiche di Donald Trump».

In quanto alla situazione alimentare, Maduro ha detto che «il Venezuela è un paese senza fame», con «i più alti livelli di alimentazione, i più alti livelli di accesso al cibo», sottolineando che l'immagine falsa presentata dai media «ubbidisce ad un solo obiettivo: presentare una crisi umanitaria che non esiste, per giustificare un intervento».

Idem per la crisi sanitaria. All'intervistatrice, che gli menziona una serie di casi di malati che non trovano le medicine per curarsi, Maduro ha detto che si tratta di casi puntuali, aggiungendo che «può essere certa che il nostro sistema di sanità pubblica li assisterà», perché «abbiamo un sistema primario di distribuzione delle medicine come nessun altro paese al mondo».

In quanto ai milioni di venezuelani che sono emigrati negli ultimi due anni, Maduro ha detto che si tratta di un'altra menzogna dei media occidentali, indicando che «le cifre ufficiali mostrano che non più di 800mila venezuelani se ne sono andati negli ultimi due anni» per poi precisare che comunque «migliaia ormai stanno tornando indietro».

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