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VENEZUELAMaduro accusa Trump: «Ha dato l'ordine di uccidermi»

30.01.19 - 10:28
A farsi carico dell'assassinio sarebbero «il governo e le mafie della oligarchia colombiana». Apertura a elezioni politiche anticipate
Keystone
Maduro accusa Trump: «Ha dato l'ordine di uccidermi»
A farsi carico dell'assassinio sarebbero «il governo e le mafie della oligarchia colombiana». Apertura a elezioni politiche anticipate

CARACAS - Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, ha detto che non ha dubbi che Donald Trump ha ordinato di ucciderlo, aggiungendo che «ha detto al governo colombiano e alle mafie della oligarchia colombiana di uccidermi», in un'intervista con la Sputnik, agenzia governativa russa.

Pronto al dialogo con l'opposizione - Maduro si dice pronto a dialogare con l'opposizione e apre alla possibile mediazione di Paesi terzi nella crisi venezuelana. «Sono pronto a sedermi al tavolo dei negoziati con l'opposizione per parlare per il bene del Venezuela, per il desiderio di pace e per il futuro», ha detto in un'intervista ad un'altra agenzia russa, Ria Novosti.

Parlando di una possibile mediazione internazionale, Maduro ha affermato che «ci sono diversi governi e organizzazioni nel mondo che hanno dimostrato la loro sincera preoccupazione per cosa avviene in Venezuela e hanno esortato al dialogo».

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Il presidente venezuelano si è detto favorevole a un intervento di altri Stati in tal senso e ha menzionato in particolare «i governi di Messico, Uruguay, Bolivia, Russia, Vaticano e alcuni governi europei».

«Sto inviando loro delle lettere ufficiali perché possano sostenere il dialogo in Venezuela dove vogliono, quando vogliono e in qualsiasi forma vogliano», ha affermato Maduro.

«No agli ultimatum, sì a elezioni politiche anticipate» - Maduro ha inoltre respinto l'ultimatum lanciato dai paesi europei al suo governo, escludendo la possibilità delle sue dimissioni - e di elezioni presidenziali anticipate - proponendo invece che si convochino elezioni politiche anticipate come «soluzione attraverso il voto popolare»: lo ha detto in un'intervista a Sputnik. «Non accettiamo ultimatum da parte di nessuno, e non accettiamo i ricatti».

Il presidente venezuelano ha indicato che ha vinto le elezioni del marzo scorso «con il 68% dei voti», che rappresentano «il 32% degli iscritti», segnalando che «è quasi il doppio di quanto ottenuto da qualsiasi primo ministro in Europa, dove vincono elezioni con il voto del 15% o il 16% degli iscritti», prima di chiedersi «perché loro sono legittimi e io no?».

Dopo aver respinto la possibilità di nuove elezioni presidenziali, Maduro ha detto che però «sarebbe ottimo che ci fossero elezioni anticipate per il Parlamento venezuelano, che sarebbe un modo di garantire che ci sia un dibattito politico e una soluzione con il voto popolare».

«Io sarei favorevole ad anticiparle, attraverso un decreto dell'Assemblea Nazionale Costituente», ha aggiunto, «e che questo serva come valvola di sfogo per la tensione creata in Venezuela dal colpo di Stato imperialista».

Dalle politiche del dicembre del 2015 l'opposizione controlla 109 seggi del Parlamento unicamerale, contro i 55 della coalizione chavista. Nel gennaio del 2016, però, il Tribunale Supremo di Giustizia ha dichiarato l'Assemblea in ribellione e ha dichiarato senza alcun valore le sue decisioni.

L'Assemblea Nazionale Costituente, invece, conta con 545 membri, tutti appartenenti al chavismo, ed è stata eletta nel luglio del 2017, in un'elezione che è stata denunciata come irregolare dalla maggior parte dei paesi del continente americano, che hanno disconosciuto la legittimità dell'organismo e costituito il Gruppo di Lima, un mese dopo il voto.

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