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REGNO UNITOBrexit, May: «Se l'accordo non dovesse passare saremmo in acque inesplorate»

09.12.18 - 11:46
Il governo si spacca davanti all'ipotesi di un secondo referendum
Keystone / EPA
Brexit, May: «Se l'accordo non dovesse passare saremmo in acque inesplorate»
Il governo si spacca davanti all'ipotesi di un secondo referendum

LONDRA - La Gran Bretagna si troverà «in acque inesplorate» se l'accordo sulla Brexit non verrà approvato. A due giorni dal voto del Parlamento, la premier Theresa May si esprime così in un'intervista al Mail on Sunday.

«Quando dico che se questo accordo non dovesse passare saremmo veramente in acque inesplorate, lo penso davvero e temo che possa succedere. Spero che la gente lo capisca», dice il primo ministro. Il voto negativo porterebbe «una grave incertezza per la nazione con un rischio molto reale di assenza di Brexit o di lasciare l'Unione Europea senza alcun accordo».

May punta il dito in maniera esplicita contro il leader laburista Jeremy Corbyn. «Abbiamo un leader dell'opposizione che non pensa a nulla se non a tentare di andare alle elezioni, a prescindere dal costo che il paese pagherà», afferma May. «Da persona che si preoccupa per il proprio paese e per il proprio partito, ritengo che non possiamo permetterci il rischio che Jeremy Corbyn arrivi al potere».

Secondo referendum? Governo diviso - Il governo britannico si spacca davanti all'ipotesi di un secondo referendum sulla Brexit. Il Guardian, a due giorni dal voto del Parlamento sull'accordo tra Londra e Bruxelles, delinea un quadro sempre più complesso per Theresa May.

La premier appare ormai «preparata a nuove dimissioni di ministri e collaboratori che vogliono un altro referendum» dopo quello del 2016 «o che credono che l'accordo raggiunto» dal primo ministro con l'Ue «non garantirà la Brexit». L'ultimo segnale eloquente è arrivato nella tarda serata di ieri, con il passo indietro di Will Quince, collaboratore del segretario alla Difesa, Gavin Williamson.

Secondo alcuni ministri, si legge, sono risultati vani i tentativi di convincere la premier a rinviare il voto dell'11 dicembre per evitare una delle più grandi e umilianti sconfitte della recente storia parlamentare. Un risultato estremamente negativo, sempre più probabile, rischierebbe di demolire l'attuale leadership del partito e creerebbe divisioni profonde tra i conservatori.

Alcuni ministri ritengono che May sia così legata in maniera indissolubile all'accordo raggiunto con Bruxelles e l'unico modo per ottenere l'approvazione sarebbe rappresentato dal ricorso ad un secondo referendum. Fino ad oggi, il primo ministro ha sempre escluso l'ipotesi di una seconda consultazione.

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