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REGNO UNITOBrexit, May: «L'accordo mette fine alla libertà di movimento»

22.11.18 - 16:26
Secondo Boris Johnson «non ha senso». La Spagna punta i piedi per Gibilterra
Keystone
Brexit, May: «L'accordo mette fine alla libertà di movimento»
Secondo Boris Johnson «non ha senso». La Spagna punta i piedi per Gibilterra

LONDRA - Theresa May difende di fronte alla Camera dei Comuni l'accordo con l'Ue sulla Brexit.

«È un accordo che - afferma - metterà una volta per sempre fine alla libertà di movimento, alla giurisdizione della Corta europea sul Regno Unito e all'invio di vaste somme di denaro verso Bruxelles e che onora la volontà espressa dal popolo britannico nel referendum» in vista dell'uscita dall'Ue il 29 maggio 2019.

Nel contempo assicura che vengono preservati la cooperazione coi 27 sul terreno della sicurezza e rapporti commerciali "senza dazi".

Boris Johnson: «Non ha senso» - Duro attacco di Boris Johnson, dal fronte dei Brexiteers radicali del gruppo Tory: a suo parere gli accordi raggiunti come «un'assurdità» rispetto agli obiettivi dell'uscita dall'Ue.

La dichiarazione politica (non vincolante) sulle relazioni future «non cancella la bozza d'intesa» sui divorzio che di fatto concede a Bruxelles «un diritto di veto sugli accordi commerciali» che il Regno Unito potrà firmare almeno sino alla fine della fase di transizione, tuona Johnson.

L'ex ministro degli Esteri punta il dito anche sul backstop sull'Irlanda del Nord, contestato anche dagli alleati unionisti nordirlandesi del Dup e - dalla trincea avversa - da esponenti conservatori moderati favorevoli a un secondo referendum come l'ex attorney general, Dominic Grieve.

Greening chiede un referendum bis - L'appello per un secondo referendum raccoglie alla Camera dei Comuni anche il consenso di Justine Greening, ex ministra conservatrice giubilata dal governo da May nel 2017.

L'appello, condiviso pubblicamente da un paio d'altri deputati Tory 'eurofili', oltre che da numerosi deputati d'opposizione laburisti, liberaldemocratici e indipendentisti scozzesi, viene tuttavia respinto per l'ennesima volta dalla premier. «Il popolo ha già votato per uscire dall'Unione Europea» nel 2016 e «il dovere della politica è attuare il loro mandato, non di chiedere di ripensarci», taglia corto May escludendo di fatto uno sbocco del genere anche in caso di bocciatura dell'intesa dai lei raggiunta nel voto parlamentare di ratifica attesa entro fine anno e di approvazione d'una mozione contraria al no deal.

May e lo lo zoccolo duro Tory che l'appoggia sottolineano al contrario il sostegno all'intesa dal mondo del business.

La Spagna punta i piedi per Gibilterra - La Spagna è tornata ad esprimere con forza la sua preoccupazione sulla trattativa per lo status futuro di Gibilterra, stamani alla riunione dei 27 ambasciatori, riscuotendo il sostegno di alcuni Stati membri.

Questo è l'unico punto su cui il lavoro dei negoziatori sta andando avanti, mentre per il resto, il testo sulla dichiarazione politica congiunta per le relazioni future è da considerarsi chiuso.

Secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche europee, anche oggi il rappresentante di Madrid ha riproposto con forza la questione di Gibilterra, chiedendo persino di emendare l'articolo 184 del testo di divorzio, quello che prevede una procedura spedita sul negoziato per l'intesa sulla relazione futura. Ma tra gli Stati membri non c'è appetito per tornare a mettere mano alle 485 pagine di divorzio, e non sono neppure troppo contenti di riaprire la dichiarazione politica congiunta per le relazioni future, che dalla maggior parte viene considerata "chiusa".

E nonostante il lavoro su Gibilterra vada avanti, sembra che la situazione sia difficilmente risolvibile a livello tecnico, e tra i diplomatici c'è anche chi non esclude che la questione possa atterrare sul tavolo dei leader, domenica.

Nessun segnale allarmante invece dalla Francia, che nei giorni scorsi aveva insistito sul punto dei diritti della pesca. Nel testo della dichiarazione politica si sancisce che «il Regno Unito sarà uno Stato costiero indipendente, ma nel contesto della partnership economica globale le Parti stabiliranno un nuovo accordo sulla pesca, per l'accesso alle acque a alle quote. Le Parti faranno i loro migliori sforzi per concludere e ratificare la loro nuova intesa sulla pesca entro il primo luglio 2020».

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