Si è conclusa l'audizione di Marcello Foa davanti alla Commissione di Vigilanza. Feroci le domande di alcuni commissari. Il verdetto oggi alle 19
ROMA - Il giornalista e scrittore italiano, ex amministratore delegato del Corriere del Ticino, ha preso oggi la parola dopo che il consiglio di amministrazione della Rai, venerdì scorso, ha approvato a maggioranza la sua nomina a presidente.
In vista dell’incontro di oggi, nella giornata di ieri i capigruppo Pd di Camera e Senato - Graziano Delrio e Andrea Marcucci - hanno inviato ai presidenti - Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati - uno scritto all’interno del quale sostengono che «la candidatura e successiva nomina a presidente del consigliere Foa, è a nostro giudizio del tutto illegittima, considerato che lo stesso era già stato sottoposto al parere vincolante della Vigilanza il 1. agosto, con esito contrario alla sua nomina». «Tale parere - prosegue lo scritto - non essendo stato impugnato, conserva la sua validità ed efficacia, e dunque il Cda della società non avrebbe dovuto riproporre la medesima candidatura».
«Ringrazio per potermi esprimere in questa sede», esordisce Foa davanti alla Commissione. «Questa è la prima volta che ho l’occasione di presentarmi, con molta trasparenza». «Chissà che non riceva un bel regalo domenica (Foa compirà 55 anni, ndr)», ironizza, prima di entrare nel dettaglio il suo percorso professionale.
«Indro Montanelli era il mio punto di riferimento», ha ribadito, per poi elencare le varie sedi della sua attività, dall’inizio presso la redazione de Il Giornale (di Montanelli, ndr), fino alla carica, inevitabilmente, di amministratore delegato del Corriere del Ticino.
Dopodiché Foa elenca i propri obiettivi, nel nome del pluralismo: «Sono un liberale di cultura un po’ antica, un po’ come Montanelli, e per me importante è difendere la qualità dell’informazione», prosegue, ricordando, ad esempio, di avere dato la parola, sul Cdt, a Ferruccio De Bortoli anche quando «le sue opinioni non coincidevano con le mie».
«Credo sia giusto precisare - continua Foa - che io non ho mai militato in nessun partito politico, non ho mai avuto una tessera». «I miei valori sono l’indipendenza, così come servire il lettore con onestà, nella capacità di riconoscere i propri errori e correggerli non appena ne siamo consapevoli». «L’obiettivo che mi propongo è di far crescere la Rai, di promuovere la sua straordinaria missione culturale e la meritocrazia».
«Il ruolo di presidente è ben diverso da quello dell’amministratore delegato. E me ne rendo conto - prosegue - A questo mandato mi atterrò scrupolosamente, facendo di tutto per difendere il pluralismo, che è il pilastro della nostra democrazia».
La Rai verso il digitale: «Oggi la concorrenza non è più dettata dalla emittenti private, ma dai colossi stranieri come Netflix, Amazon ed Apple. Questo è un aspetto che si deve assolutamente affrontare se vogliamo che la Rai resti. E questo vuol dire diversificare i linguaggi». «Affinchè la Rai recuperi il terreno perso a livello digitale, mi darò da fare in ogni modo».
E prima di concludere, aggiunge: «Io sogno una Rai che viene apprezzata dal grande pubblico sopra i cinquant’anni, ma che fra decenni venga apprezzata dai cosiddetti nativi digitali, al di là di ogni partito politico». «Sono veramente onorato di poter servire la Rai: per me è una missione. Sono qui a chiedere e cercare di ottenere il vostro consenso».
Numerosi i quesiti posti dalla commissione - A prendere la parola per prima Loredana De Petris (Gruppo Misto): «Dottor Foa, nella sua esposizione ha fatto spesso riferimento a propositi molto importanti, come la qualità dell’informazione, garantendo pluralismo, indipendenza - esordisce De Petris - Lei è però intervenuto spesso su Russia Today. Devo dire, inoltre, che sono rimasta molto colpita dal fatto che il suo nome sia stato anche spesso legato a fake news, ai tweet di Francesca Totolo, al sito Silenzi e Falsità: e tutto quanto è difficilmente collegabile al pluralismo, non crede?».
Le fa eco, tra gli altri, Federico Fornaro (Liberi e Uguali): «Il suo curriculum è assolutamente adatto. Mi chiedo però se lei potrebbe retweettare oggi il post di Casa Pound del 5 novembre scorso, che è molto forte. Sono posizioni radicali, sovraniste».
Francesco Verducci (Partito Democratico), dal canto suo, sferra un attacco inequivocabile: «Io ritengo che ci siano dei motivi di assoluta incompatibilità con il suo operato di questi mesi e con l’eventuale incarico presso la Rai - sottolinea Verducci - Non corrisponde a credibilità essere un propagatore seriale di notizie false e manipolatorie». «Per cui - conclude - lei ha portato avanti uno sfregio nei confronti della Commissione di Vigilanza: invece di ritirare la sua candidatura lei è andato avanti».
Il voto della Vigilanza è previsto oggi alle 19.