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REGNO UNITOSi è dimesso Boris Johnson

09.07.18 - 16:15
Il ministro degli Esteri britannico lascia, poche ore dopo il collega Davis. May: «Le mie proposte garantiscono Brexit e partnership»
Keystone / AP
Si è dimesso Boris Johnson
Il ministro degli Esteri britannico lascia, poche ore dopo il collega Davis. May: «Le mie proposte garantiscono Brexit e partnership»

LONDRA - La crisi sulla strategia di uscita della Brexit ha fatto un'altra vittima eccellente: il ministro degli Esteri Boris Johnson ha rassegnato le sue dimissioni.

È il secondo ministro a lasciare in poche ore, dopo il responsabile per la Brexit David Davis. L'annuncio arriva a pochi minuti dalla presentazione che la premier Theresa May terrà, davanti al Parlamento, della nuova strategia decisa dai Tory.

Il successore di Johnson verrà annunciato a breve. Dal numero 10 di Downing Street (la residenza di May) lo ringraziano per il lavoro svolto.

May: «Le mie proposte garantiscono Brexit e partnership» - Theresa May difende le nuove proposte negoziali per una Brexit più soft delineate dal suo governo venerdì scorso e contro le quali si sono dimessi i ministri 'brexiteers' David Davis e Boris Johnson.

La premier - più volte contestata dall'aula - assicura che questa piattaforma garantirà l'uscita del Regno Unito dall'Ue, dal mercato unico e dall'unione doganale, ma pone anche le condizioni per una nuova partnership doganale con Bruxelles, per un libero commercio sui beni industriali e agricoli e confini aperti in Irlanda.

Tributo a Davis e Johnson - May ha reso «omaggio» al lavoro dei ministri Boris Johnson e David Davis, pur non negando di essere «in disaccordo» con loro in questa fase. Ma le sue parole vengono coperte da mormorii, grida e persino risate dell'aula, in particolare dai banchi dell'opposizione.

Nel suo discorso May replica ai brexiteers del suo partito insistendo nell'affermare che la nuova linea negoziale «rispetta il risultato del referendum» del 2016, intende garantire «una Brexit giusta», con «il recupero del controllo dei confini» da parte del Regno Unito, la fine della libertà di movimento delle persone e della giurisdizione della Corte europea di giustizia in Gran Bretagna, ma nello stesso tempo anche «una partnership profonda e speciale» con l'Ue sul fronte del libero commercio dei beni e della «sicurezza comune». Le polemiche e proteste dell'aula tuttavia a tratti la sovrastano.

Corbyn: «May ceda il passo» - Il governo di Theresa May è sprofondato «nel caos» sulla Brexit, è «incapace di raggiungere un accordo» con l'Ue e deve «cedere il passo a chi è capace». Lo afferma il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, evocando un cambio della guardia a favore del Labour.

Corbyn ridicolizza la nuova piattaforma sulla Brexit di May, sostenendo che non fa chiarezza su nessuno dei punti chiave, non garantisce un confine aperto in Irlanda e lascia il Paese «prigioniero della guerra civile Tory», come confermano le dimissioni di queste ore.

Juncker ironico su Johnson - Le dimissioni di Boris Johnson «dimostrano chiaramente che c'era grande unità di vedute nel governo britannico»: così il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, commentando ironicamente la notizia delle dimissioni del ministro degli Esteri britannico giunta a Bruxelles al termine del summit Ue-Ucraina.

«I politici vanno e vengono, ma i problemi che hanno creato per le persone restano. Il caos causato dalla Brexit è il problema più grande nella storia delle relazioni tra l'Unione europea e il Regno Unito, ed è ancora molto lontano dall'essere risolto, con o senza il signor Davis», ha commentato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

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