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STATI UNITI«Stiamo sigillando il confine con il Messico»

07.04.18 - 21:44
Le prime truppe della Guardia nazionale sarà schierate lunedì
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«Stiamo sigillando il confine con il Messico»
Le prime truppe della Guardia nazionale sarà schierate lunedì

WASHINGTON - Prime truppe della Guardia nazionale al confine col Messico da lunedì, mentre Trump lancia un'altra battaglia contro gli immigrati illegali, in attesa di un muro che tarda a venire: un memorandum per mettere fine alla prassi del 'catch and release' (cattura e rilascia), ossia alla liberazione dei clandestini dopo l'arresto in attesa dell'udienza sul loro status. «Stiamo sigillando il nostro confine meridionale. La gente del nostro grande Paese vuole sicurezza. I dem sono stati un disastro su questa questione molto importante».

Il tycoon vuole che restino detenuti e ha chiesto una lista dettagliata di tutte le strutture, comprese quelle militari, che potrebbero essere usate a questo fine, suscitando le proteste dei difensori dei diritti umani.

Intanto gli Stati alla frontiera sud hanno cominciato a mobilitare la Guardia nazionale, anche se in ordine sparso. Il Texas ha annunciato che manderà 250 uomini, l'Arizona 150, per un totale di 400 militari, ancora al di sotto dei 2000-4000 auspicati dal presidente. Silenzio per ora dal New Mexico, mentre frena la California, Stato democratico che si oppone a quasi tutte le politiche dell'inquilino della Casa Bianca. Il segretario alla difesa James Mattis ha comunque già approvato il pagamento con fondi del Pentagono per 4000 uomini sino al prossimo settembre, precisando che non avranno funzioni di operatori di legge e «non interagiranno con i migranti o altre persone detenute».

La militarizzazione del confine e le accuse di non fermare le ondate di clandestini non piacciono al Messico. «Se le sue recenti dichiarazioni sono il risultato della frustrazione dovuta a questioni di politica interna, alle vostre leggi o al vostro Congresso, è ad essi che dovete rivolgervi, non ai messicani», ha detto il presidente Enrique Pena Nieto, difendendo la "dignità" del Paese anche in vista delle elezioni presidenziali di luglio. «Non avremo mai paura di negoziare, ma non negozieremo per paura», ha poi aggiunto, citando l'ex presidente Usa John Fitzgerald Kennedy.

Ma in Usa a far discutere, dopo la mossa della Guardia nazionale al confine col Messico, è il tentativo di Trump di mettere fine al 'catch and release' usando i suoi poteri esecutivi per eliminare una delle 'scappatoie' che finora ha chiesto inutilmente al Congresso di risolvere, accusando in particolare i democratici. Il presidente ha dato ai ministri competenti (difesa, interni, giustizia e sanità) 45 giorni per riferirgli i loro sforzi per detenere i clandestini fermati e per evitare che 'sfruttino' le leggi sulla libertà condizionata e sull'asilo.

Trump ha sollecitato anche un elenco delle strutture esistenti, comprese quelle militari, utilizzabili per trattenere gli immigrati illegali, ed eventuali iniziative per stanziare fondi destinati a costruire centri di detenzione vicino al confine. Entro 60 giorni chiede inoltre ai segretari di Stato e della sicurezza interna di fare un rapporto sulle azioni che stanno prendendo contro i Paesi che «rifiutano di accettare rapidamente il rimpatrio dei loro connazionali», compreso il rifiuto di visti ai loro cittadini.

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