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FRANCIAMacron: «Il sistema di Dublino non è più soddisfacente»

16.01.18 - 15:23
Il leader francese è in visita a Calais
Keystone
Macron: «Il sistema di Dublino non è più soddisfacente»
Il leader francese è in visita a Calais

PARIGI - A Calais c'è una situazione «fuori dalla norma: per potervi far fronte lo Stato mantiene 1130 poliziotti e Gendarmi nella regione»: lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, oggi in visita nella cittadina simbolo della crisi dei migranti.

«Oggi il sistema di Dublino non è soddisfacente. Dobbiamo organizzare una politica europea più solidale all'esterno, non nel suo seno. Dobbiamo garantire il dispiegamento di un sistema unico e integrato».

Il leader francese ha anche sottolineato che Parigi deve «accelerare i termini per le richieste d'asilo. I nostri vicini lo sanno fare in sei mesi. Questo permette di evitare e creare situazioni inestricabili. Ad ognuno, va garantita un'accoglienza degna ed umana, a tutti una risposta rapida. Ma a quelli che non sono ammessi, dobbiamo assicurare un rapido ritorno nel Paese d'origine. Da anni facciamo il contrario».

«Non possiamo integrare tutti» - «Non possiamo integrare tutti coloro che arrivano da Paesi in pace, ma il nostro dovere è proteggere coloro che sono perseguitati e ci chiedono l'asilo».

«Una persona che fugge dal suo Paese in guerra non dovrebbe affrontare le strade della miseria, a volte la violenza e l'asservimento. Dobbiamo aiutare i Paesi di origine e di transito. Chi è qui e altrove in Europa va protetto dinanzi alle persecuzioni», ha aggiunto Macron.

«In nessun caso lasceremo che una 'Giungla' possa riformarsi», ha detto Macron, rivolgendosi alle forze di sicurezza a Calais: dopo 15 mesi dallo sgombero del campo irregolare di migranti, i problemi restano con la presenza di oltre 600 esiliati ancora sul posto e la speranza di raggiungere la Gran Bretagna.

La missione di Macron punta anche a sedare le crescenti polemiche rispetto alla futura legge su asilo e immigrazione allo studio del governo di Parigi. Intanto, il Premio Nobel per la letteratura, Jean-Marie Gustave Le Clézio, denuncia la distinzione tra migranti economici e rifugiati in fuga dalla guerra tuonando contro una «insopportabile negazione di umanità».


 
 

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