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UNGHERIAIrregolarità finanziarie, a rischio la campagna dell'opposizione

10.01.18 - 19:56
«La Corte dei conti, guidata da un fedele di Orban, lavora seguendo gli ordini del regime» è la controaccusa
Keystone
Irregolarità finanziarie, a rischio la campagna dell'opposizione
«La Corte dei conti, guidata da un fedele di Orban, lavora seguendo gli ordini del regime» è la controaccusa

BUDAPEST - È a rischio la campagna e la stessa partecipazione dei partiti di opposizione alle prossime elezioni di aprile in Ungheria in seguito ai procedimenti che la Corte dei conti, controllata dal governo di Viktor Orban, ha avviato a loro carico, per presunte irregolarità finanziarie.

Il secondo partito dopo il Fidesz di Orban, quello degli estremisti di destra di Jobbik, è stato colpito da una multa salata a dicembre, mentre i piccoli partiti democratici (verdi, centristi, democratici) hanno ricevuto in questa settimana multe che vanno pagate entro 15 giorni. E non c'è possibilità di ricorso davanti alla giustizia.

I verdi e il partito democratico di Ferenc Gyurcsany non intendono pagare, ma sono sotto grande pressione. Secondo la corte, Jobbik avrebbe pagato sotto prezzo le pubblicità con le affissioni giganti in strada, bollando come "ladro" il governo di Viktor Orban, mentre gli altri partiti sono accusati di aver ricevuto finanziamenti irregolari e locali in affitto sotto prezzo. Una multa potrebbe intaccare il patrimonio dei partiti, indispensabile a coprire le spese della campagna elettorale: una situazione senza precedenti nell'Ungheria democratica.

«È un attacco contro la democrazia, Orban vuole annientarci», ha detto il leader di Jobbik, Gabor Vona. «La Corte dei conti, guidata da un fedele di Orban, lavora seguendo gli ordini del regime», ha aggiunto Csaba Molnar, eurodeputato del DK (democratici). Jobbik si è rivolto ai suoi elettori, per una colletta. «Ostacolare con mezzi amministrativi la presenza degli oppositori alle urne, sarebbe una violazione estremamente grave della democrazia in Ungheria», ha avvertito Miklos Ligeti, direttore del Transparency international, un ong di diritti civili. Altri commentatori vedono in questa mossa del tutto inedita il segno che Orban tema le elezioni, malgrado i sondaggi vedano il suo partito largamente in testa.

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