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ISLANDAOtto partiti in Parlamento, coalizione difficile

29.10.17 - 16:03
Possibile un esecutivo guidato dai Verdi di sinistra che escluda i conservatori, che mantengono la maggioranza relativa ma non i numeri per governare
Keystone / EPA
Otto partiti in Parlamento, coalizione difficile
Possibile un esecutivo guidato dai Verdi di sinistra che escluda i conservatori, che mantengono la maggioranza relativa ma non i numeri per governare

REYKJAVIK - L'Islanda esce dalle urne con un parlamento frammentato, una difficile coalizione di governo da formare e la probabilità di un esecutivo guidato dai Verdi di sinistra che escluda i conservatori, che mantengono la maggioranza relativa ma non i numeri per governare.

Doveva essere il voto della stabilità dopo le divisioni e le acrimonie seguite alla crisi finanziaria del decennio scorso: ma le elezioni politiche tenutesi ieri, le terze in quattro anni, hanno fatto entrare nell'emiciclo di Reykjavik (Althing, che ha 63 scranni) per la prima volta e malgrado lo sbarramento al 5%, ben otto partiti.

La coalizione di governo uscente perde nel complesso 12 seggi, sebbene il liberal-conservatore Partito dell'Indipendenza, appannato da scandali, guidato dal premier uscente Bjarni Benediktsson, resti la prima formazione con il 25%, perdendo però sei dei 21 seggi che aveva fino a ieri. Quest'ultimo avrebbe bisogno di allearsi con almeno altre due formazioni per poter governare l'isola atlantica.

Ma secondo la maggioranza degli analisti, è possibile che il compito risulti più facile al Movimento Verde, di sinistra, guidato dalla 41enne Katriin Jakobsdottir, balzata al secondo posto con il 17% con una campagna basata sula promessa di investimenti pubblici massicci e una crescita delle tasse per i più ricchi.

Due formazioni nuove entrano per la prima volta nell'emiciclo di Reykjavik: il Partito di Centro (11%) e il populista Partito Popolare (7%). Ma gli alleati più probabili dei Verdi di sinistra potrebbero essere, in una coalizione di sinistra-centrosinistra, i Socialdemocratici (terzi col 12%), il Partito Progressista (centro-destra) e anche i Pirati, seppure calati dal 14 al 9%, che tutti insieme garantirebbero una maggioranza risicatissima di 32 seggi, il minimo previsto.

A meno che, come suggerisce Logi Einarsson, non si formi una coalizione a cinque, con partiti che fino alla scorsa legislatura erano tutti all'opposizione.

E sarebbe solo il secondo governo di sinistra dall'indipendenza dalla Danimarca (nel 1944), dopo una breve stagione 2009-13.

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