All'Eliseo il leader di En marche! è dato come preferito. Prime manifestazioni anti-destra estrema alla Bastiglia
FRANCIA - I francesi hanno scelto. Per l'Eliseo andranno al ballottaggio Emmanuel Macron, un giovane esponente centrista senza un partito consolidato alle spalle, e Marine Le Pen, una donna di estrema destra con un cognome e un programma conosciuto. I risultati definitivi premiano il leader di En marche! con il 23,75% dei voti, contro il 21,53% della sua principale avversaria. Il 7 maggio a contendersi la vittoria saranno l'ex ministro Emmanuel Macron che ha ottenuto il 23,75% e la leader del Front National Marine Le Pen con il 21,53% delle preferenze. Per un risultato che è storico, mai il Front aveva ottenuto tanti voti.
La sinistra resta quindi dietro. I candidati repubblicani e il Partito socialista sono stati eliminati. Si tratta di una svolta storica nelle decime elezioni della Quinta Repubblica. Poco dopo le 20:00 Emmanuel Macron si è espresso con parole importanti: «Oggi stiamo chiaramente girando una pagina nella vita politica francese».
Marine Le Pen, dal canto suo, pensa già al 7 maggio e invita i francesi a mobilitarsi per la sua vittoria.
Il conservatore François Fillon è arrivato al terzo posto (19,91%) e Jean Luc Mélenchon, esponente dell'estrema sinistra al quarto, con un dignitoso 19,64%. Lontano il socialista Benoit Hamon, con il 6,35%: una debacle completa per il partito che ha eletto François Hollande nel 2012. Sia Fillon che Hamon hanno quindi lanciato il proprio appoggio al centrista: «Dovete votarlo, per non far eleggere Le Pen». Un risultato che comunque cambia le cose: vanno al ballottaggio due candidati di movimenti politici che non hanno mai governato, cancellando la destra gaullista dei Repubblicani e la sinistra socialista.
A risultato acquisito, Emmanuel Macron si è espresso più chiaramente al Palais des Expositions di Porte de Versailles a Parigi davanti ai suoi sostenitori: «Cari compatrioti, il popolo francese si è espresso. E mentre il nostro Paese attraversa un periodo segnato da terrorismo, sfide economiche, sofferenze sociali, urgenze ecologiche, ha risposto nel più bello dei modi, andando a votare massicciamente mettendomi in testa al primo turno».
Un doppio 21 aprile - Era il 21 aprile, due giorni in meno rispetto a ieri, quando nel 2002 il padre di Marine Le Pen, Jean-Marie, lasciò di stucco la Francia e tutto il mondo arrivando inaspettatamente al ballottaggio contro Jacques Chirac, ai danni del primo ministro socialista, Lionel Jospin. Molti vedono in questo 23 aprile una giornata altrettanto storica. Allora, i 15 giorni fra il primo e secondo turno furono un succedersi di manifestazioni "repubblicane" quotidiane, tutta la Francia si allineò dietro Chirac, che trionfò con oltre l'82% dei voti. Stavolta, tutti i sondaggi dicono che non sarà così, le intenzioni di voto al secondo turno hanno dato finora un'oscillazione fra il 60 e il 62% per Macron contro il 38-40% per Marine Le Pen.
Macron, sconosciuto al grande pubblico fino a tre anni fa, punta a diventare presidente a 39 anni, un altro primato, portando con sé il centrista Francois Bayrou che a lungo, in passato, aveva rincorso proprio l'obiettivo di Macron, quello di affermarsi in alternativa ai due partiti dominanti. Macron contro Le Pen sarà anche futuro con o senza l'Europa, politica del dialogo contro quella del muro attorno alla Francia e della chiusura delle frontiere. Non c'è stata l'astensione a lungo temuta - l'affluenza è, come per le precedenti presidenziali, attorno all'80% - non ci sono stati attentati o incidenti ai seggi, come si paventava dopo la sanguinosa settimana che ha preceduto queste presidenziali, un'altra circostanza assolutamente inedita.
Tutti contro Le Pen - Le premesse per i prossimi giorni non sono però le migliori, con immediati tafferugli esplosi alla Bastiglia fra studenti anti-Le Pen e polizia subito dopo l'annuncio dei risultati. Due ragazzi sono rimasti feriti, spaccate vetrine, distrutte pensiline e danneggiate le auto in sosta.