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OLANDAOlandesi alle urne: Wilders perde consensi

10.03.17 - 19:41
A meno di una settimana dal voto del 15 marzo, in Olanda sembra ridimensionarsi il rischio di un'ascesa dei populisti islamofobi
Olandesi alle urne: Wilders perde consensi
A meno di una settimana dal voto del 15 marzo, in Olanda sembra ridimensionarsi il rischio di un'ascesa dei populisti islamofobi

AMSTERDAM - A meno di una settimana dal voto del 15 marzo, in Olanda sembra ridimensionarsi il rischio di un'ascesa dei populisti islamofobi di Geert Wilders.

Ne è convinto, ad esempio, il cancelliere austriaco Christian Kern: «Populismo ed estrema destra sono in discesa, guardate l'Olanda». I sondaggi sembrano dargli ragione: gli ultimi vedono non solo un leggero arretramento di Wilders, ma anche una risalita del partito del premier Mark Rutte.

E, soprattutto, confermano l'ascesa di quello che potrebbe essere il vero vincitore del confronto elettorale, cioè il trentenne Jesse Klaver, leader di successo del partito dei Verdi di sinistra (GroenLinks): secondo i sondaggi potrebbe riuscire addirittura a quadruplicare i quattro seggi in parlamento, portandoli a 17.

Negli ultimi dati raccolti dalle maggiori società di sondaggisti, tra cui Ipsos, il fenomeno Wilders sarebbe in fase calante: il suo PVV prenderebbe 23 seggi (pochi di più rispetto ai 15 di adesso). Mentre riguadagna terreno il partito del primo ministro uscente (VVD), premiato da una campagna elettorale capillare che è arrivata a tutte le fasce di cittadini: Rutte avrebbe 26 seggi, comunque in netto calo dai 43 di adesso.

Sempre in discesa i laburisti di Asscher e del ministro dell'economia nonché presidente dell'Eurogruppo (organo che riunisce i ministri delle finanze dell'Eurozona) Jeroen Dijsselbloem (PvdA): gli elettori sembrano orientati a punire la loro alleanza con i liberali al governo, che negli ultimi cinque anni ha portato misure impopolari come l'innalzamento dell'età pensionabile, tagli allo Stato sociale e il contestato salvataggio della Grecia. I laburisti, nel 2012 secondo partito con 38 seggi, scivolerebbero al settimo posto con solo undici posti in parlamento.

Resta stabile nei sondaggi il gruppo dei social-liberisti D66, che migliorerebbe la sua posizione da dodici seggi a 17, diventando un alleato chiave per formare il nuovo governo. Ma il vero fenomeno del momento sono i Verdi di sinistra e soprattutto il loro carismatico giovane leader, che è riuscito qualche giorno fa a riempire un'arena da 6000 posti ad Amsterdam per un incontro con elettori e simpatizzanti.

La stampa olandese vede già in lui il vincitore morale delle elezioni di mercoledì prossimo: è l'unico volto nuovo, il più giovane, ed è riuscito ad attrarre un seguito mai visto da Verdi. «Per la prima volta da vent'anni, un partito di sinistra potrebbe diventare il più grande», ha detto Klaver alla platea dei 6000, perlopiù giovanissimi. Le sue idee sono di sinistra e per alcuni analisti piuttosto tradizionali: lotta senza quartiere all'evasione, stop ai bonus, redistribuzione dei migranti in Europa, eurobond, riduzione obbligatoria dei gas serra. Il suo obiettivo è formare un governo senza il PVV di Rutte. E ovviamente senza Wilders, cosa che anche tutti gli altri partiti hanno assicurato.

L'immigrazione resta uno dei temi centrali della campagna elettorale in un Paese che non ha urgenze economiche e sociali, visto che la disoccupazione è bassissima, lo Stato sociale molto efficace e il deficit sotto controllo. Klaver accusa Rutte di aver inseguito i populisti, mutuando una certa retorica anti-immigrati per rubargli voti. Ma lui è contrario, convinto che vada battuto proprio contestando le sue idee.

 

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