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MESSICONieto alle corde, prova la carta Trump

01.09.16 - 07:33
Nieto alle corde, prova la carta Trump

CITTÀ DEL MESSICO - Perché l'ha fatto? Un Messico allibito e indignato si è chiesto quali siano le ragioni per le quali Enrique Pena Nieto ha non solo invitato Donald Trump per una visita lampo, ma lo ha accolto in un colloquio privato nel palazzo presidenziale della capitale.

Di certo c'è che Pena Nieto è in grande difficoltà: l'economia messicana non decolla e d'altro lato la sua popolarità è crollata. Secondo recenti sondaggi, solo due messicani su dieci lo sostengono.

Pena Nieto è d'altro lato atteso a un appuntamento delicato: oggi in parlamento farà il punto sulla situazione del Paese nel tradizionale 'discorso alla nazione'. Un intervento che non si presenta semplice, vista appunto la situazione economica e le difficoltà sul fronte della lotta ai cartelli narco e al crimine organizzato.

Negli ultimi giorni è poi emerso un tema grave e strettamente personale, quello del 'tesi-gate': l'Università Panamericana, una delle principali del Messico, ha di recente dichiarato che la laurea del presidente contiene "riproduzioni testuali di frammenti senza citazione a piè di pagina o nella sua bibliografia". Di fatto ha confermato che Pena Nieto ha copiato, secondo alcune fonti circa il 20% del totale.

In altre parole, accogliendo il candidato repubblicano Pena Nieto avrebbe scelto di accantonare gli insulti e le tante scorrettezze che ormai da un lungo anno Trump lancia contro il Messico e i messicani, provando una ardita manovra politica.

Un salto triplo mortale da parte del capo dello Stato, che però non è riuscito, secondo le analisi coincidenti di media ed esperti locali: Trump non ha chiesto scuse, limitandosi a sottolineare genericamente alcuni "valori" dei messicani residenti negli Usa. E nessuna retromarcia, anzi una conferma, sul progetto del muro sulla frontiera, una ferita che rimane aperta per milioni di messicani.

Oltre alle reti sociali, subito entrate in subbuglio dopo l'annuncio della visita, anche i partiti dell'opposizione hanno reagito con fermezza respingendo il colloquio organizzato dal presidente, il quale, qualche mese fa, aveva paragonato Trump a Hitler e Mussolini.
 
 

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