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Necessità di identificare le minacce ed elaborare un approccio comune e globale. Cooperazione e scambio di informazioni le chiavi
TUNISI - Dalla sesta riunione dei ministri dell'Interno dei paesi dell'Unione del Maghreb Arabo (Uma) in corso a Tunisi, è emersa in apertura dei lavori da parte del ministro tunisino, Hédi Majdoub, la necessità di mettere in atto una strategia magrebina comune per combattere l'estremismo religioso e il pensiero takfirista, molto diffusi in tutta l'area.
La riunione che affronta i temi della sicurezza nei paesi dell'Uma caratterizzati dalla recrudescenza della minaccia terroristica, del crimine organizzato, della migrazione illegale, del traffico d'armi e delle sostanze stupefacenti, si iscrive nell'ambito della Convenzione di Marrakech che impegna tutti i paesi membri ad impedire ogni attività che possa minare la sicurezza, la stabilità o l'integrità territoriale dell'Unione.
La stessa volontà di collaborazione su questi temi è stata espressa anche dal vice presidente del Consiglio presidenziale del governo di unità nazionale libico, incaricato per gli affari della Sicurezza, Abdessalem Kajmen, il quale ha affermato che il consolidamento della cooperazione tra i paesi dell'Uma serve ad affrontare le sfide che attendono Maghreb, in primis il terrorismo.
Per poter fare questo è necessario identificare le minacce ed elaborare un approccio comune e globale che privilegi la cooperazione e lo scambio di informazioni, ha detto il ministro dell'Interno algerino Noureddine Bedoui. Gli stessi concetti sono stati ribaditi anche dal segretario generale dell'Uma che ha fatto un appello al rafforzamento della cooperazione e la coordinazione a livello di paesi del Maghreb e all'elaborazione di strategie di sicurezza comuni per vincere il terrorismo.
