La pena è più severa di quanto si prevedesse. L'accusa aveva infatti chiesto che Birkenfeld fosse condannato solo a due anni e mezzo, la metà di quanto previsto normalmente.
Il procuratore e i difensori hanno sostenuto che l'accordo firmato mercoledì da Svizzera, Stati Uniti e UBS, che ha posto fine al contenzioso fiscale, è stato possibile solo grazie alle dichiarazioni fornite dal banchiere. Birkenfel non solo si era dichiarato colpevole di aiuto all'evasione fiscale ma ha anche fornito informazioni spontaneamente.
I suoi sforzi e i contatti con le autorità americane dimostrano che il banchiere ha voluto fare piena luce sulla vicenda UBS e che non ha avuto paura di assumersi le proprie responsabilità, hanno affermato i suoi avvocati in una lettera inviata alle autorità alla vigilia della sentenza. Birkenfeld più che danneggiare il fisco americano lo ha aiutato. Le sue rivelazioni, sostengono i legali, hanno messo in luce uno scandalo finanziario internazionale "senza precedenti". Dopo la sentenza, un difensore ha dichiarato che Birkenfeld continuerà a collaborare pienamente con le autorità USA nella loro lotta contro l'evasione fiscale.
Nel giugno del 2008, Birkenfel aveva ammesso di aver aiutato cittadini americani a sottrarre milioni di dollari al fisco, in particolare un miliardario che ha evaso tasse per 200 milioni di dollari. Il banchiere aveva pure dichiarato di aver effettuato numerosi viaggi tra gli Stati Uniti e l'Europa dal 2001 al 2006 per trasportare gioielli e oggetti d'arte per conto di alcuni clienti. "Ero un dipendente di UBS, ero incentivato a fare questo tipo di attività", aveva spiegato allora al giudice.
La sentenza, originariamente prevista per lo scorso agosto e rinviata ben quattro volte, giunge a due soli giorni dalla firma dell'accordo fra Stati Uniti e Svizzera sul contenzioso fiscale che ha coinvolto l'UBS e che prevede la consegna alle autorità statunitensi di 4450 nomi di evasori.