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ITALIABpi-Fiorani, D'Ambrosio: "Non è una nuova Tangentopoli"

19.12.05 - 09:59
Foto d'archivio
Bpi-Fiorani, D'Ambrosio: "Non è una nuova Tangentopoli"

ROMA - "Tangentopoli? Macchè, questa è un'altra storia. È un problema singolo, che riguarda una singola banca di un singolo banchiere che si è fatto aiutare da un suo amico per fare la sua scalata. Un fatto, non la punta di un sistema". È quanto sostiene Gerardo D'Ambrosio, il procuratore di Mani Pulite, intervistato da "Repubblica" sulla vicenda Bpi-Fiorani.

"Mi pare che gli inquirenti siano gli stessi di ieri. Alcuni fisicamente proprio: Francesco Greco era con noi dalla prima ora, la Perrotti in Mani Pulite ha seguito l'inchiesta sulla discarica di Cerro ottenendo cento miliardi di lire dall'imputato Paolo Berlusconi, Fusco è nuovo, ecco. Ma quel che è certo è che sono tutti cresciuti alla stessa scuola, quella di chi ha dimostrato di non aver paura di nessuno, di non avere soggezione del potere, di non avere riguardi per gli imputati di serie A. Questa è la vera eredità di Mani Pulite. Questa consapevolezza, messa in pratica, del valore dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura".

"La magistratura ha fatto allora e fa oggi il suo dovere; mi pare piuttosto che la politica si sia sottratta. In America, dopo lo scandalo della Enron si è varata una normativa severissima; in Italia si è cancellato il falso in bilancio. Dopo gli scandali Cirio e Parmalat si è parlato di una legge di tutela del risparmio e mi pare che siano già passati due anni. Ancora quando ero procuratore auspicavo maggiori poteri e mezzi agli organismi di controllo perchè se ci fossero efficaci interventi preventivi non sarebbe necessario arrivare all'azione repressiva della magistratura; qui mancano sempre, ancora, su tutto, le regole".

Si sussurra di tangenti a politici. Neppure questo le fa dire che è Tangentopoli che torna? "No davvero, il fenomeno non ha più le stesse caratteristiche. Certo la corruzione esiste ancora, è nata con il mondo e sempre ci sarà, ma quello era un sistema organico, era una collusione sistemica tra mondo politico, imprenditori e alti burocrati, presupponeva appalti in cambio di denaro ai potenti che avevano il potere di concederli", conclude D'Ambrosio.

ATS
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