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STATI UNITIIl coronavirus ha travolto il mercato del lavoro americano

23.04.20 - 19:21
Si teme un tasso di disoccupazione superiore al 20%
Keystone
Fonte ats ans
Il coronavirus ha travolto il mercato del lavoro americano
Si teme un tasso di disoccupazione superiore al 20%

NEW YORK - Uno tsunami che non si vedeva dai tempi della Grande Depressione. Dopo aver causato quasi 47'000 morti, il coronavirus travolge anche il mercato del lavoro americano lasciando intravedere una contrazione dell'economia senza precedenti, una crisi che minaccia il tessuto sociale degli Stati Uniti e che chissà, potrebbe minare le chance di rielezione del Presidente Donald Trump.

Solo nelle ultime cinque settimane, da quando sono scattati i lockdown nei vari stati Usa, gli americani senza lavoro sono diventati oltre 26 milioni. Una cifra astronomica che manda in fumo undici anni di progressi, cancellando tutti i posti creati dalla grande recessione del 2009, e che fa tremare l'America. Nel Paese, già scosso dal virus, il timore è quello di un tasso disoccupazione superiore al 20%, un livello mai visto dal 1929, e di una contrazione dell'economia nel secondo trimestre del 34,5%.

Un deterioramento mai visto che ha spinto il Congresso a varare un maxi piano di aiuti che finora, numeri alla mano, non ha ancora fatto vedere gli effetti sperati, limitandosi solo ad animare il dibattito sulla riapertura degli Stati Uniti.

La fuga in avanti della Georgia - che riapre a pieno ritmo anche barbieri, spa e studi per tatuaggi - incontra lo scetticismo degli esperti sanitari e dello stesso presidente americano. Dopo aver lodato il governatore repubblicano Brian Kemp, Trump ci ha ripensato e ha fatto marcia indietro: «Non sono d'accordo con quello che sta facendo. È troppo presto», ha detto il tycoon. La bocciatura presidenziale però non ferma Kemp: «Riapriamo sulla base dei dati e del parere degli esperti», ha replicato secco.

Intenzionata a tornare alla normalità in tempi brevi anche la sindaca di Las Vegas, Carolyn Goodman, che scalpita per riaprire subito hotel e casinò della Strip. Ma sono tutti i governatori e i sindaci a essere in prima linea per definire i piani di riapertura, anche alla luce delle tre fasi dettate dal governo federale.

Fasi che suscitano non poche perplessità: nel mirino c'è soprattutto la fase 1 in cui a sorpresa rientrano anche le palestre, ritenute da molti le ultime a dover riaprire. Ma che grazie a un forte pressing e all'amicizia con Trump dei proprietari della maggiori catene l'hanno spuntata.

Pur differenziandosi nell'approccio sulle riaperture, i governatori americani fanno comunque fronte comune contro il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, e la sua idea di preferire la bancarotta agli aiuti per i singoli Stati. Un'idea definita «stupida» da Andrew Cuomo: una bancarotta dello Stato di New York, ha avvertito, innescherebbe un collasso dell'economia americana.

E mentre il dibattito si infiamma, ad agitare tutti - Trump incluso - è il monito del super esperto Anthony Fauci sul ritorno «certo» del virus in autunno. Una prospettiva che rischia di scuotere e far saltare gli schemi tradizionali di una campagna elettorale già stravolta, dove Joe Biden incontra non poche difficoltà ad affermarsi su Trump. Per ora il presidente e i democratici sembrano d'accordo solo sulle celebrazioni del 4 luglio che, a dispetto di tutto, si dovranno tenere. Nessuno però chiarisce in che formato.

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