È una delle conseguenze delle misure di quarantena e del calo delle attività delle centrali elettriche
PECHINO - Le emissioni cinesi di CO2 si sono ridotte del 25% nelle ultime due settimane a causa dell'epidemia di coronavirus. Rispetto allo stesso periodo del 2019, le emissioni di CO2 si sono ridotte di 100 milioni di tonnellate.
La notizia, dovuta al calo delle attività delle centrali elettriche a causa della quarantena, non sembra però destare ottimismo per il futuro. Le misure per il rilancio dell'economia del Paese asiatico potrebbero infatti annullare questi effetti. Lo sottolinea uno studio pubblicato sul sito specializzato "Carbon Brief".
Comunque al momento in Cina l'utilizzo del carbone nelle centrali elettriche è ai minimi negli ultimi 4 anni; l'operatività degli impianti di raffineria del petrolio nella provincia di Shandong è ai livelli più bassi dal 2015; i livelli di ossidi di azoto (NOx) sono scesi del 36% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; e i voli domestici sono stati ridotti fino al 70%.
Inoltre, secondo le prime analisi dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (Iea) e dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), le ripercussioni della crisi dovrebbero portare, nel periodo gennaio-settembre, a un calo dello 0,5% della domanda globale di petrolio.