Sarà introdotto un sistema a punti: «I datori di lavoro smettano di fare affidamento sull’immigrazione. Investano»
LONDRA - In vista della fine del periodo transitorio della Brexit, Londra ha rivelato maggiori dettagli sul sistema a punti che regolerà la concessione dei permessi di lavoro agli stranieri dopo la fine della libera circolazione delle persone. Annunciandolo, il ministero dell’Interno ha sottolineato che la nuova normativa consentirà «la fine della dipendenza dalla manodopera a buon mercato e poco qualificata» proveniente dall’estero.
«Oggi è una giornata storica per l’interno Paese», ha dichiarato la ministra Priti Patel citata in un comunicato. «Stiamo mettendo fine alla libera circolazione, riprendendo il controllo delle nostre frontiere e rispondendo alle priorità della gente grazie all’introduzione di un nuovo sistema a punti che determinerà una generale diminuzione dell’immigrazione», ha assicurato.
Secondo quanto riportato dalla BBC, per ottenere un visto un aspirante immigrato dovrà totalizzare almeno 70 punti. Cinquanta devono essere raggiunti rispettando tre criteri obbligatori: il candidato deve avere un’offerta di lavoro da un «datore di lavoro approvato» (20 punti), deve poter vantare le qualifiche richieste per quella posizione (20 punti) e deve parlare inglese a un livello appropriato per la mansione svolta (10 punti). I restanti 20 punti possono essere accumulati dimostrando per esempio che si guadagneranno almeno 25’600 sterline l’anno (ca. 33mila franchi), che si hanno qualifiche particolari come un dottorato (dai 10 ai 20 punti) o che l’offerta di lavoro è per un settore in cui c’è carenza di manodopera (20 punti). Il nuovo sistema non prevede contingenti.
«Attireremo le persone migliori e più brillanti da tutto il mondo, sostenendo l’economia e le nostre comunità locali e liberando tutto il potenziale di questo Paese», ha promesso Patel.
La nuova normativa non farà più distinzione tra cittadini dell’Unione Europea e cittadini extracomunitari. Secondo il ministero dell’Interno britannico, del resto, il 70% degli europei che al momento vivono e lavorano nel Regno Unito è poco qualificato e non rispetta i nuovi criteri. Londra prevede che il loro numero possa abbassarsi «in futuro» benché i loro diritti acquisiti siano garantiti dai negoziati con Bruxelles e il governo britannico stesso ritenga che i 3,2 milioni di cittadini UE che già vivono nel Regno Unito e hanno chiesto di restare siano importanti per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro.
«È importante che i datori di lavoro smettano di fare affidamento sul sistema d’immigrazione del Regno Unito come alternativa agli investimenti sul mantenimento del personale, la produttività, la tecnologia e l’automazione», ha rimarcato il governo.
Il nuovo sistema entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2021. Interesserà anche i cittadini svizzeri che, finora, beneficiavano della libera circolazione delle persone come quelli europei.