I listini hanno chiuso ieri con un incremento del 10.22% recuperando parte del crollo (-37.9%) verificatosi a seguito dell'inattesa sconfitta del presidente Macri
BUENOS AIRES - La Borsa di Buenos Aires ha chiuso ieri con un incremento del 10.22% recuperando parte del crollo (37.9%) subito nel "lunedì nero" a seguito alla sconfitta, inattesa per le dimensioni, del presidente Mauricio Macri nelle primarie presidenziali di domenica.
Questo recupero non è stato però accompagnato da una simile performance dei titoli pubblici che hanno subito nella seduta odierna flessioni a volte anche di due cifre.
Tesa anche la moneta nazionale argentina, il peso, che dopo essersi deprezzato ieri del 23% sul dollaro, ha ceduto un altro 1,8%, chiudendo a 58,33 contro il biglietto verde.
Altra nota dolente della giornata, infine, il "rischio Paese" misurato oggi dalla banca JP Morgan che ha raggiunto 1.701 punti, il livello più alto del decennio.
A questa relativa attenuazione della crisi, notano gli analisti, ha contribuito il fatto che la Banca centrale ha venduto 150 milioni di dollari e alzato ancora marginalmente i tassi di interesse al 74,854%.
Positiva anche Wall Street - Chiusura in territorio positivo, ieri sera, per Wall Street. Il Dow Jones è salito dell'1,46% a 26.259,23 punti, il Nasdaq è avanzato dell'1,95% a 8.016,36 punti mentre lo S&P 500 ha messo a segno un progresso dell'1,35% a 2.922,56 punti.