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EUROPA5G: niente bando Ue su Huawei, ma è sorvegliata speciale

26.03.19 - 17:43
La competenza di bloccare l'accesso al mercato di un'impresa resta degli stati membri
Keystone
5G: niente bando Ue su Huawei, ma è sorvegliata speciale
La competenza di bloccare l'accesso al mercato di un'impresa resta degli stati membri

BRUXELLES - La Commissione Ue non bandisce la cinese Huawei dal 5G, ma lascia la porta aperta per farlo se necessario in base a criteri di sicurezza. La competenza di bloccare l'accesso al mercato di un'impresa resta degli stati membri, che potranno farlo per ragioni di sicurezza se non sono rispettati gli standard nazionali. È quanto emerge dalle raccomandazioni Ue sulle reti 5G, che invitano i 28 a valutare la sicurezza delle infrastrutture entro fine giugno e fissano un percorso per la definizione di standard minimi Ue a fine anno.

«È essenziale che le infrastrutture 5G Ue siano resilienti e pienamente sicure da 'backdoor' tecnici o legali», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue Andrus Ansip al mercato unico digitale nel presentare le nuove misure a Strasburgo. Queste prevedono azioni sia a livello nazionale che europeo.

In particolare, gli stati membri dovranno «completare una valutazione nazionale del rischio delle reti 5G entro la fine di giugno 2019 e su questa base aggiornare i requisiti di sicurezza esistenti per i fornitori con obblighi rafforzati e di cui vanno valutati rischi tecnici e rischi legati al comportamento, anche per quelli di Paesi terzi».

Allo stesso tempo però, mette in chiaro Bruxelles, «gli stati membri hanno il diritto di escludere società dai loro mercati nazionali per ragioni di sicurezza nazionale, se non rispettano gli standard e il quadro legale del Paese». In ogni caso «non spetta alla Commissione bandire le imprese, sono gli stati membri che devono deciderlo», ha detto Ansip in riferimento al caso Huawei.

L'obiettivo, ha spiegato, è «promuovere un approccio basato sulla conoscenza e poi misure di riduzione dei rischi che rendano non necessari bandi di aziende». E quanto alla pressione Usa sull'Europa per bloccare il gigante tech di Shenzhen, il responsabile Ue ha evidenziato che «è l'Ue che deve pensare da sé il suo approccio sulla sicurezza», senza seguire gli interessi né di Washington né di Pechino.

Per questo il passo successivo, dopo le valutazioni individuali dei 27 entro il 30 giugno, sarà quello di inviarle a Bruxelles entro il 15 luglio per redigere entro il primo ottobre un rapporto Ue complessivo, con la cooperazione di Commissione e Agenzia Ue per la cybersicurezza Enisa, sui rischi a livello europeo. A quel punto, entro il 31 dicembre, verranno definite le misure per ridurre questi rischi con la definizione di standard minimi di sicurezza Ue.
 

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