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GIAPPONENissan, al via il dopo Ghosn

12.03.19 - 20:05
Il nuovo board operativo comprenderà il presidente di Renault e gli amministratori delegati delle tre case alleate
Keystone
Nissan, al via il dopo Ghosn
Il nuovo board operativo comprenderà il presidente di Renault e gli amministratori delegati delle tre case alleate

TOKYO - Un comitato esecutivo nuovo di zecca capace di coordinare al meglio le decisioni strategiche dell'alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi Motors, con l'obiettivo di guardare avanti dopo le vicende legali che hanno visto coinvolto l'ex top manager Carlos Ghosn.

Il "nuovo board operativo", come è stato ribattezzato, comprenderà il presidente di Renault, Jean Dominique Senard, l'amministratore delegato di Nissan, Hiroto Saikawa, e il suo omologo nella azienda transalpina, Thierry Bollore, oltre a quello della terza casa alleata, la Mitsubishi Motors, Osamu Masuko.

Nessuna intenzione di rivedere per adesso la struttura azionaria del gruppo, dicono le parti riunite a Yokohama, sede operativa di Nissan in Giappone, e non c'è alcuna volontà di Senard di sostituire Ghosn nel ruolo di presidente della casa auto nipponica. Il numero uno dell'azienda francese è il candidato naturale per il ruolo di vice presidente di Nissan, mentre il mandato di presidente sarà deciso in base ai voti della nuova commissione istituita nei mesi scorsi per il miglioramento della governance, dopo l'arresto di Ghosn in novembre. Il nuovo board, si legge nel documento finale, sarà 'il nuovo volto' dell'alleanza, volto a impedire che ci sia un accentramento eccessivo dei poteri su una sola persona, e i suoi membri si incontreranno almeno una volta al mese, nella capitale francese o a Tokyo. La Renault, nella quale Parigi ha una partecipazione del 15%, controlla il 43,4% di Nissan, mentre quest'ultima possiede appena il 15% dell'azienda d'Oltralpe, ma senza diritti di voto; una condizione considerata sfavorevole dalla Nissan che genera gran parte dei ricavi dei gruppo. Ghosn - che rimane un membro del Cda di Nissan - avrebbe voluto partecipare alla riunione di Yokohama - ma non ha avuto il benestare della corte.

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