Un problema per un Paese che sta puntando sempre più sul turismo. La causa: le recenti calamità naturali
TOKYO - Il tempio Daisho-in di Miyajima, il variopinto quartiere di Shinsekai a Osaka e l’imponente Fujiyama: per la prima volta in cinque anni è calato il numero dei turisti che hanno visitato queste e le altre attrazioni che il Giappone ha da offrire.
Come comunicato dall’Organizzazione nazionale del turismo del Giappone (JNTO), il mese di settembre ha fatto registrare il primo calo su base annuale del numero di visitatori dal 2013: -5,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il motivo è da ricercare soprattutto nelle calamità naturali che il mese scorso hanno messo in ginocchio alcune aree del Paese, come il tifone Jebi che ha colpito l’area di Osaka e il terremoto di magnitudo 6.7 che ha scosso l’isola di Hokkaido uccidendo più di 40 persone.
Se la flessione può sembrare circoscritta, per le autorità giapponesi rappresenta uno shock: il governo di Shinzo Abe ha infatti puntato molto sul turismo come risorsa per il Paese e un imprevisto come questo, che lo allontana dall’obiettivo dei 40 milioni di visitatori entro i Giochi olimpici di Tokyo 2020, è da analizzare con attenzione.
Nel 2017 circa 28,7 milioni di turisti stranieri hanno visitato il Giappone, un Paese di 127 milioni di abitanti. In settembre, a disertarlo sono stati in particolare i sudcoreani (-14%) e i cinesi (-3,8%), che costituiscono due dei mercati più importanti.