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IRLANDA / ITALIA«Ryanair crede che i sindacati debbano fare quello che vuole lei»

28.09.18 - 09:00
Giornata di scioperi, anche nella vicina Italia. Chi è al tavolo: «Almeno sta trattando, solo fino a ieri non l'avrebbe fatto»
Keystone
«Ryanair crede che i sindacati debbano fare quello che vuole lei»
Giornata di scioperi, anche nella vicina Italia. Chi è al tavolo: «Almeno sta trattando, solo fino a ieri non l'avrebbe fatto»

SWORDS / ROMA - Ryanair ha annunciato per oggi la cancellazione di 190 voli in Europa (i sindacati tedeschi dicono 250) a causa di scioperi del suo personale in Spagna, Belgio, Olanda, Portogallo, Italia e Germania. 

Nel farlo, ha enfatizzato i «notevoli progressi» che avrebbe ottenuto nelle trattative con i sindacati italiani e tedeschi. Ha però accusato i dipendenti di alcune compagnie concorrenti come TAP, KLM ed Eurowings di aizzare i dipendenti di Ryanair allo sciopero e ha deprecato l'atteggiamento ostile di un «sindacato minore» italiano (la UIL Trasporti) mentre altri tre sindacati definiti «principali» (FIT Cisl, Anpac e Anpav) hanno già «firmato un accordo».

Uno dei sindacati al tavolo: «Accordo? Non c'è nessun accordo» - «Non abbiamo raggiunto alcun accordo», precisa Salvatore Pellecchia, segretario generale aggiunto di uno dei sindacati italiani «principali» citati da Ryanair, la FIT Cisl. «L’unica cosa che abbiamo firmato è un memorandum of understanding», aggiunge. Le trattative, insomma, sono tutt’altro che finite. Pellecchia assicura però di aver ricevuto da Ryanair la «disponibilità» ad applicare la legislazione italiana ai dipendenti assunti in Italia e a riconoscere le stesse condizioni per i dipendenti assunti direttamente e quelli reclutati da agenzie esterne.

«Ora almeno Ryanair sta trattando: è positivo» - C’è ancora da fare, tuttavia, per quanto riguarda le retribuzioni: «L’obiettivo è avvicinare i lavoratori di Ryanair ai lavoratori con base in Italia delle altre compagnie aeree», fa sapere Pellecchia. Altro tasto ancora dolente, poi, sono le aspettative non retribuite cui i dipendenti sono costretti nei periodi in cui c’è poco lavoro: «Sono aspetti che vogliamo sanare». Il segretario di FIT Cisl, tuttavia, apprezza le aperture della low cost: «Fino all’altroieri Ryanair non incontrava nemmeno i sindacati mentre, ora, si siede a trattare: è positivo», sottolinea. «Cosa porteremo a casa dipenderà dalla trattativa: noi ci fermeremo un attimo prima che la corda si spezzi», assicura.

I passi avanti secondo chi è al tavolo delle trattative:

    1. «Disponibilità» di Ryanair ad applicare la legislazione italiana ai dipendenti assunti in Italia;
    2. Riconoscimento delle stesse condizioni per i dipendenti assunti direttamente e quelli reclutati da agenzie esterne.

E quello che c'è ancora da fare:

    1. Retribuzioni: bisogna avvicinare i lavoratori di Ryanair ai lavoratori con base in Italia delle altre compagnie aeree;
    2. Le aspettative non retribuite devono sparire.

La UIL contro - Per UIL Trasporti, che si trova dall’altra parte delle barricate, la questione è innanzitutto di principio: «È inaccettabile che Ryanair non riconosca il diritto di libera adesione sindacale», denuncia il coordinatore nazionale personale navigante, Ivan Viglietti. Il sindacato definito «minore» dalla compagnia, infatti, non è riconosciuto come interlocutore dalla compagnia, pur rappresentando «300 assistenti di volo e un centinaio di piloti di Ryanair». 

«È una farsa» - Per Viglietti, il contratto firmato per esempio da Anpac per i piloti rimane poi «di diritto irlandese fino al 2022» e rappresenta una «farsa», «un’operazione di pura cosmesi più utile all’azienda che ai lavoratori».

«Anche la commissaria europea per il lavoro, Marianne Thyssen, ha sottolineato l’importanza di conformarsi alle leggi locali», ricorda il coordinatore della UIL. La parte economica, poi, rimane «ampiamente insufficiente» e penalizza addirittura i dipendenti a livello contributivo. «Mancano inoltre tutti i diritti previdenziali e sanitari tipici della legge italiana» e rimangono invece le aspettative non retribuite. Non c’è traccia, infine, di regole per la progressione di carriera all’interno dell’azienda.

Quello che non va secondo i contrari:

    1. Ryanair «non riconosce il diritto di libera adesione sindacale»;
    2. Non si conforma alle leggi locali nonostante le sollecitazioni dell'UE;
    3. La parte economica rimane «ampiamente insufficiente»;
    4. «Mancano tutti i diritti previdenziali e sanitari tipici della legge italiana»;
    5. Rimangono le aspettative non retribuite;
    6. Non c’è traccia di regole per la progressione di carriera all’interno dell’azienda.

I concorrenti aizzano i sindacalisti? «È assurdo» - Sull’accusa, poi, che le compagnie concorrenti mandino avanti dei sindacalisti per mettere in difficoltà Ryanair, Viglietti è categorico: «È un’assurdità: in ogni sindacato ci sono rappresentanti dei lavoratori che sono attivi in aziende diverse, ma perseguono gli interessi dei lavoratori che rappresentano non dell’azienda per cui lavorano», sottolinea. «Il sindacato non appartiene al datore di lavoro, ma ai lavoratori: Ryanair non lo capisce perché parte dal presupposto che il sindacato debba fare quello che vuole lei», conclude.

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