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STATI UNITINestlé, pressing del fondo Third Point: «Siete lenti e senza strategia»

02.07.18 - 09:19
Il fondo di investimento privato americano giudica insufficiente la ristrutturazione intrapresa finora
Keystone
Nestlé, pressing del fondo Third Point: «Siete lenti e senza strategia»
Il fondo di investimento privato americano giudica insufficiente la ristrutturazione intrapresa finora

NEW YORK - Pressing su Nestlé da parte di Third Point: il fondo di investimento privato americano critica la multinazionale alimentare elvetica, rimproverandole carenze a livello di strategia e ritmi troppo blandi nel riorganizzare il gruppo.

I vertici della società di Vevey (VD) hanno un «approccio strategico confuso» e si muovono troppo lentamente nel cedere settori non redditizi o non strategici, afferma il fondo creato nel 1995 dal miliardario e filantropo Daniel Loeb in una pagina internet appositamente allestita, www.nestlenow.com. Loeb - noto per i suoi attacchi alle dirigenze di aziende - propone di dividere Nestlé in tre divisioni: bevande, nutrizione e prodotti di drogheria. In tal modo sarebbe a suo avviso possibile diminuire la burocrazia in seno all'impresa.

Le misure finora intraprese dal nuovo CEO Mark Schneider vengono giudicate insufficienti. Third Point propone di cedere attività che generano attualmente circa il 15% del fatturato: il ricavato dovrebbe essere usato per operare acquisizioni o riacquisti di azioni. Il fondo ribadisce inoltre l'invito a Nestlé di disfarsi della sua partecipazione del 23% presso la società di cosmetici francese L'Oréal.

Contattato dall'agenzia Awp, un portavoce di Nestlé ha fatto sapere che il gruppo non commenta le richieste avanzate da Third Point. Il numero uno Mark Schneider ha però già in passato fatto sapere che è aperto al dialogo con tutti gli azionisti.

Per gli osservatori l'offensiva di Third Point - che è entrata alla fine di giugno 2017 nel capitale di Nestlé e che controlla circa l'1,3% del gruppo - non giunge a sorpresa: dall'inizio dell'anno l'azione del gigante vodese ha perso l'8% del suo valore, mostrandosi uno dei titoli più deboli fra quelli che compongono l'indice SMI.
 
 

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