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STATI UNITI«I dazi non risolvono gli squilibri commerciali»

11.04.18 - 08:43
È quanto afferma Christine Lagarde, direttore generale del Fmi
Keystone
«I dazi non risolvono gli squilibri commerciali»
È quanto afferma Christine Lagarde, direttore generale del Fmi

NEW YORK - I dazi non sono la «strada migliore» per affrontare gli squilibri commerciali. Lo afferma il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, lanciando un messaggio agli Stati Uniti: «potrebbero aiutare ad affrontare gli squilibri globali riducendo la dinamica della spesa pubblica e aumentando le entrate fiscali».

Ammettendo che ci sono «pratiche commerciali scorrette da eliminare», Lagarde spiega che «in generale si tratta di squilibri bilaterali che sono uno spaccato della divisione del lavoro fra le economie. Più importante è il fatto che le pratiche scorrette hanno un impatto limitato sul deficit commerciale complessivo di un paese con il resto del mondo. Gli squilibri sono spinti dal fatto che un paese spende più del suo reddito.

Il modo migliore per affrontare questi squilibri macroeconomici non è imporre dazi ma usare politiche quali gli «strumenti di bilancio o le riforme strutturali». «Ogni paese ha la responsabilità di migliorare il sistema commerciale guardando alle sue pratiche e impegnandosi a un contesto normativo in cui tutti rispettano le regole».

Lagarde ha poi aggiunto che «i governi devono evitare il protezionismo in tutte le sue forme. La storia ci insegna che le restrizioni all'import fanno male a tutti, soprattutto ai consumatori più poveri. Il sistema di scambi commerciali internazionali ha trasformato il mondo. Ma questo sistema di regole e responsabilità condivisa corre ora il pericolo di essere distrutto. Questo sarebbe imperdonabile, un fallimento collettivo».

Il direttore generale del Fmi lancia inoltre l'allarme debito: quello pubblico e privato ha raggiunto a livello globale la quota record di 164'000 miliardi di dollari. Lagarde osserva come il debito pubblico nelle economie avanzate è a livelli non visti dalla Seconda Guerra Mondiale. «Un debito elevato rende i governi, le aziende e le famiglie più vulnerabili a una stretta delle condizioni finanziarie», mette in evidenza Lagarde.

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