Gli imprenditori hi tech sperano che l'influenza dei sindacati diminuisca e che il governo renda più facile i licenziamenti
LOS ANGELES - La liberal Silicon Valley è più a sinistra dei democratici sull'immigrazione, la sanità, le tasse sui ricchi e i diritti per i gay. Ma su un tema è più repubblicana dei repubblicani, ovvero sulla regolamentazione e gli sforzi del governo di regolare l'attività economica, soprattutto il mercato del lavoro.
A scattare la fotografia della doppia faccia della Silicon Valley è uno studio dell'Università di Stanford, condotto fra l'elite degli imprenditori hi tech, quei paperoni che a suon di milioni di dollari possono influenzare la politica.
I big dell'industria hi tech sono molto liberal, ben più a sinistra dei democratici: sono a favore delle politiche economiche di distribuzione della ricchezza, incluse tasse più alte per i ricchi e un servizio sanitario universale. Hanno una prospettiva cosmopolita e globale: sostengono gli scambi commerciali liberi, sono aperti sull'immigrazione. Si oppongono anche a restrizioni sull'aborto, sono a favore dei diritti dei gay, sostengono controlli più stringenti sulle armi e sono contrari alla pena di morti.
Ma - secondo lo studio - su un tema gli imprenditori hi tech scaricano l'ortodossia democratica per abbracciare quella repubblicana: sono infatti scettici degli sforzi del governo di regolamentare il mercato del lavoro, sperano che l'influenza dei sindacati diminuisca e che il governo renda più facile i licenziamenti.