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EUROPAPoveri, nonostante un lavoro. In Europa sono sempre di più

14.11.16 - 08:25
Aumenta la percentuale di working-poor in Europa che fa fatica a riprendersi dalla crisi. In Europa meridionale un minorenne su tre a rischio povertà. Bertelsmann: «Rischio aumento populismi»
Poveri, nonostante un lavoro. In Europa sono sempre di più
Aumenta la percentuale di working-poor in Europa che fa fatica a riprendersi dalla crisi. In Europa meridionale un minorenne su tre a rischio povertà. Bertelsmann: «Rischio aumento populismi»

BERLINO - È un'Europa che fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese. E' questa la fotografia del Vecchio Continente scattata dalla fondazione Bertelsmann, che oggi ha fornito cifre poco rallegranti sulla condizione dei cittadini europei.

Nonostante un lieve aumento dell'occupazione registrata negli ultimi mesi sono sempre di più le persone che, nonostante abbiano un lavoro a tempo pieno, sono a rischio povertà. Nei 28 Paesi dell'Unione Europea, la percentuale dei cosiddetti working-poor è passata dal 7,2% del 2013 al 7,8% del 2015.

Dal 2008 la fondazione Bertelsmann stila «l'indice della giustizia sociale», dalla quale emerge che la percentuale di working poor sta aumentando anno dopo anno. Nel 2009, infatti, i lavoratori a tempo pieno a rischio povertà erano del 5,1%, mentre nel 2009 erano già saliti al 7,1%.

Il presidente della fondazione tedesca con sede a Gütersloh, Aart De Geus, si dice preoccupato dai risultati dello studio: «Un numero crescente di persone che non riescono a vivere con il loro lavoro mina la legittimità del nostro sistema economico e sociale».

Lo studio mostra in generale una leggera ripresa del mercato del lavoro nell'Unione Europea. Nel 2015 erano 215,7 milioni le persone con una occupazione, ossia quasi i due terzi dei cittadini residenti nell'Unione (65,6%). L'anno precedente la percentuale si fermava al 64,8%. Il tasso di disoccupazione è passato quindi dal 10,4% del 2014 al 9,6% del 2015. A questi dati positivi, tuttavia, non si è assistito ad un miglioramento generale della condizione dei salariati. Infatti, quasi un cittadino europeo su quattro, il 23,7%, è a rischio povertà o emarginazione sociale. Un dato leggermente migliorato rispetto al 2014, quando la percentuale dei cittadini a rischio povertà era del 24,4%. Bulgaria (41,3%), Romania (37,3%) e Grecia (35,7%) conducono nel 2015 la classifica dei più poveri.

L'Europa meridionale è la parte di Vecchio Continente che più fa fatica ad adeguarsi alla globalizzazione. E a pagarne le conseguenze di questa economia a due velocità sono soprattutto i giovani. A livello europeo i minori di 18 anni a rischio povertà ed esclusione sociale sono il 26,9%. In Grecia, Italia, Spagna e Portogallo la percentuale sale al 33,8%, ossia un minorenne ogni tre. Tuttavia, anche nella ricca Germania si hanno percentuali analoghe in diverse parti del Paese, come in vaste aree della Renania Settentrionale-Vestfalia, nelle città stato di Brema e Berlino e in diverse zone della Germania orientale.

Il presidente De Geus mette in guardia: «La mancanza di prospettive sempre più diffusa tra i giovani non farà altro che aumentare la forza dei movimenti populisti».

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