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SUDAFRICA"Urla raggelanti", in salita la strada per Pistorius

03.03.14 - 20:04
Il primo giorno di processo si è chiuso con un punto a favore della pubblica accusa
Foto Keystone / EPA Herman Verwey
"Urla raggelanti", in salita la strada per Pistorius
Il primo giorno di processo si è chiuso con un punto a favore della pubblica accusa

PRETORIA - "Urla raggelanti" di una donna, seguite da quattro spari, bang...bang, bang, bang!: inizia male per Oscar Pistorius il processo per l'uccisione della fidanzata Reeva Steenkamp, con la drammatica testimonianza in aula di una vicina di casa, teste d'accusa, sulla tragica notte di San Valentino di un anno fa.

L'ex stella sudafricana dell'atletica, da oggi alla sbarra a Pretoria in uno dei processi più mediatici di tutti i tempi trasmesso eccezionalmente in diretta dalla tv, si è dichiarato in apertura "non colpevole". Ma la prima testimonianza sembra, per ora, inchiodarlo all'accusa di aver volontariamente, forse premeditatamente assassinato la sua bella fidanzata. Che lui non ha mai negato di aver ucciso, sebbene sostenga di essere stato vittima di un tragico errore, credendo che dietro la porta chiusa del bagno in cui Reeva fu centrata da quattro colpi della sua pistola calibro 9 si celasse un ladro, introdottosi in piena notte nella sua lussuosa villa.

Una versione dei fatti, quella adottata dalla difesa, che non reggerebbe se la prima deposizione di oggi uscisse confermata dal dibattimento: "Intorno alle 3 di notte sono stata svegliata da terrificanti grida femminili", ha detto in aula la vicina Michelle Burger, con la voce che incespicava per l'emozione ma il cui volto non è stato direttamente ripreso dalla televisione. "Chiedeva aiuto. Poi ho sentito nuove grida, peggiori di quelle precedenti...tre volte ha gridato, era terrorizzata. Ho capito che succedevano cose terribili", ha detto la donna, che vive in una villa vicina.

Le urla che hanno straziato il silenzio della notte nel tranquillo sobborgo per ricchi di Pretoria, ha detto la teste, sono state seguite da quattro colpi. "Fra il primo sparo e il secondo c'è stata una pausa più lunga che fra il secondo e il terzo e il quarto", ha detto Burger, aggiungendo di aver udito ancora un grido femminile, debole, fra gli spari e di aver poi sentito grida maschili che chiedevano aiuto: "Tre volte lui ha gridato aiuto!".

Finita la deposizione, l'avvocato della difesa Barry Roux ha tentato un aggressivo controinterrogatorio, che non è però riuscito a demolire la deposizione. "Ho sentito il terrore nella voce di quella donna, che mi ha fatto raggelare il sangue", ha insistito la Burger.

L'udienza è quindi stata aggiornata a domattina. Ma non prima che l'imputato potesse far leggere in aula da uno dei suoi legali una dichiarazione difensiva: "Sebbene io ammetta di aver inflitto i colpi mortali a Reeva, si è trattato di un incidente. Pensavo che Reeva fosse sempre nel letto", accanto a lui quando si alzò, pistola alla mano preso dal panico per aver udito suoni provenire dal bagno.

Nessun litigio, dunque, che possa aver determinato il ricorso all'arma, seppure in un momento di rabbia violenta. Il rapporto con Reeva - scrive l'atleta, apparso oggi in aula triste ma calmo, rasato, con indosso un abito grigio e cravatta nera e che ha tenuto il volto coperto dalle mani nelle prime fasi dell'udienza - era infatti "senza ombre". Una versione che, per il procuratore Gerrie Nel, che rappresenta l'accusa, "va respinta" in quanto "non plausibile", perché Pistorius, secondo lui, avrebbe "sparato sulla vittima con l'intenzione di uccidere".

In assenza di testimoni oculari, gran parte della definizione probatoria sarà affidata ai periti balistici e scientifici e ai medici legali, oltre che alla ricostruzione del contenuto degli iPhone di Pistorius, del quale lui afferma di aver scordato il pin.
Contenuti per i quali una squadra di inquirenti sudafricani si è recata negli Stati Uniti, nel tentativo di indurre Apple e l'Fbi a renderli pubblici. Il processo, seguito da centinaia di giornalisti da tutto il mondo, dovrebbe durare tre settimane. Ma per il momento l'accusa sembra aver segnato un punto e quella di Pistorius - che rischia l'ergastolo con almeno 25 anni senza sconti se venisse riconosciuto colpevole di omicidio premeditato - dall'esterno sembra una strada tutta in salita.

Ats

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