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Il morto si chiamerebbe Alaa Abdel Ali, raggiunto da un proiettile alla testa. L'identificazione non è certa, perché il giovane era sprovviso di documenti, ma aveva in tasca un foglio con scritto quel nome. La notizia è stata diffusa su Twitter e confermata da fonti di piazza Tahrir.
Secondo i medici degli ospedali da campo di piazza Tahrir, i morti per gli scontri sarebbero almeno tre, ma la notizia non è stata confermata da altri. Il coordinamento delle ambulanze del Cairo conferma finora soltanto un morto, il cui cadavere è nell'obitorio di Zenom.
Mohamed el Baradei, candidato alle elezioni di presidente della repubblica egiziana, ex direttore generale dell'Agenzia atomica internazionale (Aiea), ha definito brutale, barbara, "la più grave violazione di tutte le leggi umane" l'azione condotta oggi dalla polizia militare egiziana per rimuovere il sit-in che dal 24 novembre manifestanti antigovernativi avevano realizzato con tende davanti al palazzo del parlamento e del consiglio dei ministri.
"Non è questo il modo di governare un paese", ha scritto Baradei sul suo sito Twitter, chiedendosi perché la polizia militare sia intervenuta se il primo ministro dispone, come ha reso noto nei giorni scorsi il Consiglio Supremo delle Forze Armate, dei poteri del presidente della repubblica. "Quali sono i poteri della polizia militare per intervenire - si chiede il candidato alla presidenza - A chi bisogna credere e chi ha il potere?".
El Baradei si scaglia anche contro il Consiglio Consultivo che dovrebbe collaborare con il governo: "È stato interpellato prima dell'intervento dei militari per interrompere il sit in? E se non è stato interpellato, allora è solo un organismo da mettere in mostra?".
