Le notizie della Croce Rossa parlano anche di molte persone uccise (decine, secondo alcune fonti) di cadaveri abbandonati nelle strade e di migliaia di civili costretti ad abbandonare le loro case per sfuggire la furia di giovani sostenitori del candidato sconfitto, l'ex generale Muhammadu Buhari, che ha contestato la legittimità delle operazioni di voto e di spoglio delle schede.
La stessa fonte riferisce di molte chiese, moschee, abitazioni e negozi saccheggiati, oltre che di alcuni edifici dati alle fiamme. Oggi la situazione è più tranquilla nelle località dove i soldati sono presenti in forza e pattugliano le strade. Mentre in zone rurali degli Stati di Zamfara, Kaduna e Katsina, dove la presenza dei militari è ridotta, si segnalano ancora atti di violenza. Ma i soldati stanno organizzando posti di blocco su tutte le maggiori vie di comunicazione.
Lo sconfitto Buhari ha definito le violenze compiute in suo nome "brutti e sfortunati incidenti" ma non ha rivolto ai suoi alcun appello alla calma perché, ha detto, "queste azioni non sono state provocate da nessuno dei miei sostenitori e di certo non possono essere sostenute dal mio partito".