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ITALIA«Incapace di controllare i propri istinti». Paul Haggis resta ai domiciliari

23.06.22 - 10:11
Il regista canadese è stato interrogato ieri pomeriggio al tribunale di Brindisi. Oggi la decisione della giudice
keystone-sda.ch / STR (Salvatore Laporta)
«Incapace di controllare i propri istinti». Paul Haggis resta ai domiciliari
Il regista canadese è stato interrogato ieri pomeriggio al tribunale di Brindisi. Oggi la decisione della giudice

OSTUNI - Paul Haggis è «incapace di controllare i propri istinti». Questa la prima valutazione della giudice delle indagini preliminari Vilma Gilli. Il regista canadese è stato interrogato ieri al tribunale di Brindisi e la sua versione dei fatti non ha convinto gli inquirenti. Il premio Oscar resta quindi ai domiciliari.

«Inclinazione a delinquere» - Il 19 giugno Paul Haggis è stato arrestato in seguito alla denuncia di una 28enne inglese per violenza sessuale. Subito l'uomo è stato messo ai domiciliari e lì resterà ancora per qualche tempo. Secondo la giudice Gilli è necessario che la donna non entri in contatto né con il regista né con terzi, di modo che non venga indotta a ritrattare.

Ripreso dal Corriere della Sera, nel provvedimento di sei pagine redatto dalla giudice si legge che quanto descritto dalla presunta vittima denota «un'assoluta incapacità» del regista «di controllare i propri istinti e di desistere dai propri propositi in un contegno di prevaricazione e dominanza». Tutt'al più, il fatto che abbia una causa civile pendente a New York per fatti analoghi potrebbe essere «sintomo di un'inclinazione a delinquere in ambito sessuale».

L'interrogatorio - Il regista ha sostenuto durante l'interrogatorio, svoltosi ieri pomeriggio al tribunale di Brindisi, che i rapporti avuti con la 28enne «sono stati totalmente consensuali». «Era lei ha insistere», ha aggiunto. «Mi ha chiesto dei soldi. Le ho detto che mi dispiaceva ma non l’avrei fatto». Ha quindi ribadito di essere innocente.

Riguardo all'accusa della presunta vittima di aver anche subito delle lesioni durante i rapporti, l'avvocato Michele Laforgia, che difende Haggis, all'uscita dal tribunale ha spiegato che «non c'è nessuna lesione e nessun segno di violenza». Al contrario, crede il referto del Pronto soccorso sia «stato male interpretato».

Versioni dei fatti - Del primo incontro dei due si sa che si sono incrociati al Festival di Monaco. Lì, lei gli ha chiesto un selfie e lo ha poi postato sui social, taggando il regista. Analizzate, dalle chat si è potuto stabilire che è stato Haggis, poi, a scriverle e a invitarla al Festival di Cinema, Musica e Arte di Ostuni, al quale lei si era proposta di partecipare in qualità di consulente.

Lei quindi lo ha raggiunto dal Salento, dove si trovava con alcuni amici, e lui è andato a prenderla in aeroporto. E qui le versioni si scontrano. Perché lui parla di una storia e lei di un incubo.

Sempre nel provvedimento della giudice Gilli, si legge che arrivati sulla soglia della stanza al Bed and breakfast, lui «aveva fatto comprendere le sue intenzioni». Quindi la prima presunta violenza. Ma perché la 28enne non è andata via? A pranzo lui l'ha «rassicurata sulle proprie intenzioni di voler instaurare con lei una relazione sentimentale». E al pomeriggio ci sarebbe stata una seconda violenza.

Entrambe le volte, la donna avrebbe chiesto all'uomo di «smettere». Perché se da un lato ha dichiarato che i rapporti non sono stati consenzienti, dall'altro per lei non è oggettivamente possibile avere dei rapporti sessuali e questo sarebbe il motivo per cui in un primo momento avrebbe richiesto delle cure. Poi sarebbe arrivata anche la terza e ultima violenza.

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