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STATI UNITIStrage di Uvalde, tra lutto e trauma: «Il mio cuore sarà spezzato per sempre»

26.05.22 - 14:40
Mentre si ricostruiscono le azioni dell'omicida di Uvalde, il dolore dei famigliari delle vittime rimbomba nel mondo
AFP
Strage di Uvalde, tra lutto e trauma: «Il mio cuore sarà spezzato per sempre»
Mentre si ricostruiscono le azioni dell'omicida di Uvalde, il dolore dei famigliari delle vittime rimbomba nel mondo
«Ha sparato a due agenti e si è barricato in un'aula, dove c'erano i bimbi». Solo più di trenta minuti dopo, le forze speciali sono riuscite a fare irruzione

UVALDE - Passano le ore, passano i giorni, ma non il dolore ed il trauma. I famigliari e amici delle 21 vittime della sparatoria alla scuola elementare di Uvalde, in Texas, sono sempre più uniti in un lutto provocato da una follia omicida, impossibile da comprendere.

«È morta a 10 anni cercando di salvare i suoi compagni», ha urlato oggi al mondo Angel Garza, padre di una delle piccole vittime. Come raccontato da due altri alunni, nonostante fosse «piena di sangue» perché avevano appena «sparato alla sua migliore amica», la giovanissima ha tentato di chiamare la polizia con il suo nuovo telefono (ricevuto per il compleanno, pochi giorni prima), prima di essere raggiunta da un proiettile.

Le insegnanti hanno fatto da scudo ai bimbi
Un'altra storia che emerge è quella delle insegnanti Irma Garcia (46 anni) ed Eva Mireles (44 anni), che in una situazione d'emergenza non ci hanno pensato due volte a proteggere i bambini della loro classe, facendo loro da scudo e pagando con la loro vita per tentare di dare loro un futuro.

In un post su Twitter, la figlia di Eva Mireles ha lodato il gesto della madre, ma anche lanciato un messaggio struggente: «Voglio indietro tutto», ha detto, «il mio cuore sarà per sempre spezzato». Sua cugina, Cristina Arizmendi Mirelez, ha parlato invece «del peggior incubo di sempre», spiegando che quanto successo è «inimmaginabile».

È rimasto barricato per mezz'ora in aula
La dinamica di quell'ora infernale è stata riassunta dal portavoce del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Texas, Travis Considine, al Washington Post. Il funzionario ha raccontato come il killer, il 18enne Salvador Ramos, si sia imbattuto in un agente di polizia prima di entrare nella scuola.

Sembrerebbe quindi che i due si siano «scambiati dei colpi d'arma da fuoco», con l'omicida che ha ferito l'agente e si è diretto all'interno, barricandosi dentro un'aula dove «ha perpetrato la maggior parte, - se non tutte - delle sue atrocità».

Una squadra speciale è riuscita a sfondare la porta, e uccidere il killer, ma solo dopo mezz'ora, o anche più. Si indaga quindi il motivo per cui sia passato così tanto tempo, con la pressione sulle autorità che è montata anche a causa dell'ira dei genitori arrabbiati: «Si sarebbe potuto fare di più», «gli agenti erano impreparati».

Non è ancora chiaro se Ramos abbia ucciso gli alunni quando si è barricato all'interno o poco prima che la polizia facesse irruzione.

«Gli agenti erano coperti di sangue»
Il trauma è vivo e pulsante, per i bambini che sono sopravvissuti. Una famigliare ha raccontato che sua nipote, una bimba che si trovava nell'aula accanto a quella colpita, «è traumatizzata», anche perché «ha intravisto la scena orribile dell'aula vicina, dove c'era sangue dappertutto», e in quegli attimi «le sembrava di avere un infarto».

È un momento difficile anche per gli agenti che hanno risposto alla chiamata, e che si sono trovati davanti una scena terrificante. Un comandante di un gruppo di agenti della Border Patrol (l'autorità di frontiera americana) ha detto alla CNN che la situazione sul posto era inquietante, e che ha dovuto riportare i suoi agenti «al Dipartimento per dare loro delle nuove uniformi», poiché «erano coperti di sangue», dopo aver cercato di mettere in salvo più bimbi possibile. 

Il Presidente Joe Biden visiterà Uvalde nei prossimi giorni per incontrare le famiglie in lutto per la perdita dei loro cari. «Come nazione, credo che tutti noi dobbiamo essere presenti per loro. Tutti.», ha detto Biden. «E dobbiamo chiederci quando, in nome di Dio, faremo ciò che deve essere fatto per - se non fermare completamente - cambiare radicalmente la quantità di stragi che avvengono in questo Paese».

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