Peter Sutcliffe aveva rifiutato le misure anti-contagio e anche le terapie, una volta ricoverato
LONDRA - Peter Sutcliffe, il famigerato 'squartatore dello Yorkshire' (Yorkshire Ripper), lo scorso novembre è morto di Covid-19 all'età di 74 anni. È quanto emerso dalla relazione del medico legale alla commissione d'inchiesta creata per fare piena luce sul decesso del killer che negli anni '70 terrorizzò il nord dell'Inghilterra e fu riconosciuto colpevole dell'uccisione di 13 donne e del tentato omicidio di altre sette.
Sutcliffe è deceduto dopo aver rifiutato le misure precauzionali per evitare il contagio che gli erano state offerte in carcere. In seguito aveva detto no alle cure contro la patologia, una volta ricoverato in ospedale.
Il coroner Crispin Oliver, rivolgendo un pensiero alle vittime, si è augurato che possano «riposare meglio in pace». Il pluriomicida era un detenuto a rischio Covid per le sue patologie pregresse, che includevano diabete, problemi cardiaci e renali. Per questo la direzione del carcere HMP Frankland, dove doveva scontare numerosi ergastoli, gli aveva proposto alcune forme d'isolamento, ad esempio nel corso dei pasti. Ma lui le aveva rifiutate. La sua morte per coronavirus era già stata anticipata da alcuni media britannici a novembre ma solo oggi è arrivata la conferma ufficiale.