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ITALIALa brutta, bruttissima storia delle bare che a Palermo non si riescono a seppellire

19.08.21 - 16:13
Sono mille, tenute al caldo e in condizioni atroci da mesi, e intanto la politica langue e gioca allo scaricabarile
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La brutta, bruttissima storia delle bare che a Palermo non si riescono a seppellire
Sono mille, tenute al caldo e in condizioni atroci da mesi, e intanto la politica langue e gioca allo scaricabarile

PALERMO - Circa mille bare insepolte, stipate alla bellemeglio in androni, tendoni, corridoi e persino uffici amministrativi. Tutti invasi da una puzza insostenibile.

Alcune, sotto la pressione della decomposizione e del caldo torrido si crepano, si guastano e gocciolano, esplodono. È uno scenario grottesco al limite dell'orrido quello nel cimitero di Rotoli, a Palermo e raccontato in questi giorni dai media italiani e soprattutto siciliani.

Una situazione estrema, che si protrae da mesi, e causata da una carenza endemica di spazi e problemi di logistica: non c'è spazio per scavare le fosse e il forno crematorio è fuori funzione da almeno un anno. Bisognava costruirne un altro, ma il tutto si è arenato.

Portarle da un'altra parte? Ci si sta provando, scrive Palermo Today, ma con una lentezza tipica delle faccende pubbliche ostacolate dalla burocrazia: bisogna compilare i moduli, acquistare un nuovo loculo e procedere all'estumulazione. Il ritmo, quando va bene, è di 5 salme al giorno.

L'alternativa sono i forni crematori di altre province: Catania, Messina, Cosenza. Per chi invece non vuole avere il proprio caro lontano, o non vuole cremarlo, resta l'angoscia dell'attesa.

Intanto la politica più che risolvere le cose, sembra complicarle. Da una parte il consiglio comunale punta il dito contro il sindaco Leoluca Orlando, dall'altra lui fa lo stesso con il consiglio comunale.

Al primo cittadino, l'accusa di aver cambiato 3 assessori e gestito malamente l'emergenza, all'organo di rappresentanza - invece - quello di essersi azzoppato con l'uscita dei renziani dalla maggioranza con un piano triennale delle opere pubbliche da approvare.

E se l'amministrazione langue, come sempre, l'illecito ne approfitta. L'attesa si può accorciare con una mazzetta, scrive il Corriere della Sera, e anche i boss mafiosi cominciano a pensare a realizzare i loro cimiteri. Ovviamente abusivi.

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