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Terzo giorno di operazioni per liberare il Canale di Suez

EGITTOTerzo giorno di operazioni per liberare il Canale di Suez

25.03.21 - 10:00
È sempre più probabile che bisognerà togliere tutti i container dalla Ever Given, ma ci potrebbe volere parecchio tempo
keystone-sda.ch
Sono entrate nel terzo giorno le operazioni per liberare il Canale di Suez dalla Ever Given.
Sono entrate nel terzo giorno le operazioni per liberare il Canale di Suez dalla Ever Given.
Terzo giorno di operazioni per liberare il Canale di Suez
È sempre più probabile che bisognerà togliere tutti i container dalla Ever Given, ma ci potrebbe volere parecchio tempo

SUEZ - Sono entrate nel terzo giorno le operazioni per disincagliare la Ever Given, l'enorme portacontainer che da martedì mattina sta bloccando un tratto del Canale di Suez.

Svariati rimorchiatori si sono rimessi al lavoro dopo la pausa notturna. La Ever Given è circondata da draghe che hanno pulito la sabbia e il fango, mentre bulldozer ed escavatori hanno cercato di liberare la sezione di prua della nave, lunga 400 metri e dalla stazza superiore alle 224mila tonnellate.

Navigazione «temporaneamente sospesa» - L'Authority che gestisce il Canale di Suez ha deciso di «sospendere temporaneamente la navigazione» fino a quando il problema non sarà risolto. Serve «uno scenario alternativo» ai tentativi di passaggio, compiuti ieri da una dozzina di navi che hanno imboccato il canale da nord. I cargo sosteranno «nella zona dei grandi laghi finché la navigazione non riprenderà completamente dopo lo sblocco della» Ever Given.

L'esito delle operazioni della giornata di mercoledì non induce all'ottimismo: Peter Berdowski, Ceo della società specializzata in dragaggi Boskalis, ha dichiarato al quotidiano britannico Guardian che i dati in possesso della squadra inviata sul posto indicano che «non è davvero possibile liberarla» senza scaricare i container. Questa operazione potrebbe richiedere giorni, se non addirittura settimane. «È come un'enorme balena spiaggiata». Secondo Berdowski l'unica soluzione praticabile è «una combinazione della riduzione del peso rimuovendo container, acqua e olio dalla nave» con la trazione da parte dei rimorchiatori e il dragaggio della sabbia.

Si teme un'ondata di richieste di risarcimento - L'Authority sta facendo retrocedere le imbarcazioni bloccate dietro alla Ever Given fino al porto di Suez, così da sgomberarlo e nella speranza di poter fare lo stesso con la portacontainer della compagnia taiwanese Evergreen Marine. Si calcola che almeno 150 tra petroliere, navi cargo e portacontainer siano in attesa agli accessi nord e sud del Canale, o al suo interno. Gli esperti di logistica prevedono un'ondata di richieste di risarcimento assicurative per i ritardi nella consegna delle merci trasportate, che vanno dalle parti di automobili agli strumenti tecnologici cinesi e asiatici. La stessa Ever Given è carica di beni prodotti in Cina e diretti al porto nederlandese di Rotterdam.

Perdite per 100 milioni - Le conseguenze economiche per l'Egitto si stanno già facendo sentire: secondo l'Authority «le perdite del Canale di Suez a causa dell'interruzione della navigazione hanno raggiunto i cento milioni di dollari» e «ciò si aggiunge a quello che il Canale pagherà come indennizzo alle navi» in attesa.

Giù le quotazioni del petrolio - Ieri il blocco delle petroliere aveva causato un aumento del prezzo del greggio sulle Borse mondiali, ma oggi le quotazioni sono scese. Il greggio Wti ha perso l'1,8% a 60,04 dollari al barile, mentre il Brent è calato a 63,43 dollari, perdendo l'1,52%.

La causa dell'incidente - Si è appreso nel frattempo che, martedì alle 7.45 circa quando si è verificato l'incidente, a bordo della Ever Given c'erano due piloti dell'Authority, che non avrebbero potuto fare niente di fronte alla tempesta di vento e sabbia che si è abbattuta sul Canale e che ha fatto mettere di traverso la nave. La Bernhard Schulte Shipmanagement, che si occupa della gestione tecnica della Ever Given, ha negato una perdita di potenza: «Le indagini iniziali escludono qualsiasi guasto meccanico o del motore come causa dell'incidente». Tutti i 25 membri dell'equipaggio, di nazionalità indiana, stanno bene e non è stato segnalato nessun inquinamento dell'acqua dopo che la nave si è arenata.

L'armatore giapponese Shoei Kisen Kaisha, proprietario della nave, ha confermato le «estreme difficoltà» incontrate nelle operazioni di recupero e si è scusato per i problemi che si sono creati.

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