Cerca e trova immobili

FRANCIALa sfida dei ristoratori ribelli: locali riaperti nonostante il divieto anti-Covid

01.02.21 - 17:23
«Se la situazione dovesse perdurare, nulla, salvo un'ecatombe di morti, potrà impedirci di aprire» ha detto uno di loro
keystone-sda.ch / STR (Daniel Cole)
La sfida di alcuni ristoratori francesi, che hanno riaperto nonostante i divieti.
La sfida di alcuni ristoratori francesi, che hanno riaperto nonostante i divieti.
Fonte Ats Ans
La sfida dei ristoratori ribelli: locali riaperti nonostante il divieto anti-Covid
«Se la situazione dovesse perdurare, nulla, salvo un'ecatombe di morti, potrà impedirci di aprire» ha detto uno di loro

PARIGI - I ristoratori si ribellano in Francia contro il governo: chiusi da fine ottobre a causa della pandemia legata al coronavirus, alcuni ristoranti francesi hanno riaperto oggi le loro porte, in modo più o meno simbolico, per difendere il loro «diritto a lavorare».

A lanciare la rivolta illegale, rischiando di perdere il sostegno finanziario da parte dello Stato, è stato un cuoco di Besançon, nell'est della Francia a circa 75 chilometri dal confine elvetico, che a inizio gennaio annunciò l'intenzione di aprire il primo febbraio, invitando il massimo dei colleghi a fare lo stesso.

«Vogliamo avviare un dialogo con lo Stato. Non è chiudendo tutto che combatteremo la pandemia», ha dichiarato Stéphane Turillon, intervistato dalla France Presse, nel giorno in cui ha accolto, fuori dal suo ristorante, un centinaio di clienti con la mascherina, sistemati sotto a dei tendoni in prossimità del suo ristorante.

A Parigi, José Preto, 55 anni, proprietario del bistro "Le Tir-Bouchon", ha apparecchiato simbolicamente due tavoli all'aperto: «Non voglio essere fuorilegge» ma «se la situazione dovesse perdurare, nulla, salvo un'ecatombe di morti, potrà impedirci di aprire», afferma.

Anche Nathalie Vicens, che è proprietaria del "L'Ailleurs Café", a due passi dal commissariato di Ajaccio, in Corsica, ha deciso di fare un'«apertura simbolica», limitata a sei amici, per un pranzo indiano. Obiettivo? «Fare riflettere un pochettino le autorità pubbliche per trovare un'altra soluzione rispetto alla chiusura completa e totale». «La chiamo disobbedienza civile - dice uno dei commensali preferendo restare anonimo - ci sono momenti in cui ce n'è bisogno e non ce ne è abbastanza».

A Ligescourt, piccolo villaggio nel dipartimento di Somme, Kathia Boucher, oggi serve un piatto unico, tartiflette-salade, in orario continuato dalle 11 alle 17. Nel suo bar brasserie "La Bohême", contravvenendo alle disposizioni di legge, ha deciso di accogliere i clienti con tavoli distanziati di due metri e sistemandoli in modo sfalsato.

Intervistato questa mattina da radio RTL, il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, ha lanciato un avvertimento ai trasgressori. «Chi non rispetta le regole non avrà più il sostegno dello Stato», ha ammonito, precisando che i ristoratori fuorilegge vedranno il loro accesso al fondo di solidarietà «sospeso per un mese» o addirittura in modo definitivo se si ostineranno a non rispettare le restrizioni imposte dallo Stato.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE