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36 persone persero la vita a causa dell'incendio nel luglio dello scorso anno
TOKYO - Le autorità giapponesi hanno incriminato un uomo di 42 anni accusato di omicidio per l'incendio, avvenuto nel luglio 2019, nello studio di animazione Kyoto Animation, in cui morirono 36 persone.
Lo riferiscono i media locali definendo il fatto come uno dei peggiori crimini violenti in decenni. Si tratta di Shinji Aoba, che era già stato arrestato dopo l'attacco incendiario, ma che da allora è rimasto ricoverato a causa delle ustioni da lui stesso riportate.
L'incriminazione arriva a 17 mesi dall'attacco allo studio, e contiene l'accusa di omicidio, incendio doloso, violazione di domicilio, e violazione della legge sul controllo delle armi pericolose.
Secondo i media nipponici le autorità volevano incriminare Aoba già lo scorso gennaio, ma a causa delle sue condizioni e dell'emergenza coronavirus - essendo ricoverato ancora in ospedale - la formalizzazione dell'arresto è stato posticipato.
Nel periodo di detenzione, tra giugno e l'inizio di dicembre di quest'anno, il sospetto è stato sottoposto a perizie psichiatriche che determineranno se è perseguibile penalmente.
La strage avvenne la mattina del 18 luglio 2019, dopo che Aoba decise di versare all'interno dell'edificio di tre piani diverse taniche di gasolio al grido di 'Crepate tutti'. Gran parte delle vittime erano giovani impiegati della Kyoto Animation, conosciuta con il nome di Kyo-Ani, rimasti intrappolati ai piani alti e morti d'intossicazione.
Al momento del suo arresto l'uomo ha raccontato alla polizia che era stato 'ingannato' dallo studio di animazione, colpevole - a suo dire - di avergli rubato l'idea di un suo romanzo.
