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LONDRA A Londra è il V-day dei vaccini. I nonni: "È per la patria"

08.12.20 - 19:20
Margaret Keenan, un'anziana ma indomita signora è stata la paziente numero uno di questa epopea moderna
Keystone
Fonte ATS
A Londra è il V-day dei vaccini. I nonni: "È per la patria"
Margaret Keenan, un'anziana ma indomita signora è stata la paziente numero uno di questa epopea moderna

LONDRA  - L'ordine di battaglia - come sempre al fronte - è scattato poco prima dell'alba, anche se questa volta il nemico è diverso dal solito: è un virus. E il primo "colpo" è stata una semplice iniezione, somministrata in un ospedale di Coventry, città martire dell'Inghilterra del 1940, nell'inaugurazione di questo nuovo "V-Day", il giorno del vaccino e di una vittoria di là da venire nel Regno Unito, dove una nonna novantenne ha tenuto a battesimo il preparato di Pfizer e BioNTech destinato - nelle parole di Downing Street - "a segnare l'inizio della fine della pandemia" da Covid-19.

Una giornata in cui sono tornati protagonisti i figli della Seconda Guerra Mondiale, uomini e donne dagli 80 anni in su inseriti in prima linea fra le categorie da vaccinare subito, quella dei degenti anziani delle case di riposo - focolai letali di diffusione del coronavirus durante l'ondata di primavera - e del personale che li assiste.

Trepidazione, speranza, impazienza, ma anche qualche dubbio sui tempi record per l'approvazione avevano segnato la vigilia. Per lasciare spazio oggi all'entusiasmo, oltre che all'attesa enorme per i risultati della più vasta campagna di vaccinazioni di sempre. Con l'isola in veste di apripista, almeno nel mondo occidentale, di quella che gli specialisti hanno già definito "una maratona e non una gara di sprint", come a sottolineare la durata e la complessità della sfida che incombe sul servizio sanitario britannico (Nhs).

Margaret Keenan, un'anziana ma indomita signora originaria di Enniskillen, in Irlanda del Nord, è stata la paziente numero uno di questa epopea moderna, nell'University Hospital di Coventry, dove risiede. "È stato il miglior regalo di compleanno che potessi ricevere", ha commentato riferendosi alle 91 candeline che spegnerà la settimana prossima.

Attorno a lei, una piccola folla di fotografi e cameraman, presenti nella struttura ospedaliera per immortalare il momento e rassicurare quel segmento minoritario ma significativo di popolazione - circa un cittadino britannico su quattro, se non uno su tre, secondo alcuni sondaggi - incerto se farsi vaccinare o meno.

"Non posso che invitare chiunque a vaccinarsi - è stato il suo appello accorato -. E non solo perché è gratuito. È la miglior cosa che ci poteva capitare in questo momento. Per favore, fatelo! Se l'ho fatto io, potete farlo anche voi!"

A ricevere la seconda dose, delle 800'000 già distribuite in 70 ospedali del Regno, è stato poi William "Bill" Shakespeare, per nulla intimidito dal peso dell'omonimia con il sommo Bardo della letteratura inglese e altrettanto fiero del "primato" della Gran Bretagna nella partita contro il Covid: prima nazione al mondo ad aver dato il via libera al prototipo Pfizer per il programma di vaccinazione di massa. "Questo farmaco cambierà le nostre vite", le sue parole.

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