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ITALIACodogno centro di un focolaio è diventato un paese fantasma

22.02.20 - 19:40
Tutto chiuso per strada, cittadini relegati in casa che comunicano con chiamate, messaggi e social network. Le immagini
Keystone
Codogno centro di un focolaio è diventato un paese fantasma
Tutto chiuso per strada, cittadini relegati in casa che comunicano con chiamate, messaggi e social network. Le immagini

CODOGNO - L’area del basso lodigiano è centro di un focolaio di coronavirus. È da lì, esattamente da Codogno, che proviene il “paziente uno”, il primo caso confermato di malato italiano che non era stato in Cina. Si tratta di un 38enne.

Codogno si trova in provincia di Lodi, a poco meno di 150 chilometri da Lugano. Ha 15’000 abitanti, che attualmente sono chiusi in casa. A tutti è infatti stato chiesto di auto-isolarsi. Per strada è tutto chiuso. Uffici, esercizi commerciali, scuole. Anche le funzioni religiose sono state annullate e non si può accedere al cimitero.

E le testimonianze dei cittadini, sui media italiani, si susseguono. La gente comunica per telefono o tramite i social network. Le signore si parlano dalle scale del palazzo o aprendo un pochino la porta per far sentire la voce sul pianerottolo. «C’è un silenzio surreale, il Paese è vuoto». Le persone si sentono spaesate, anche perché sono al centro della cronaca internazionale.

«Non festeggio niente, non avrò una torta, non soffierò le candeline, non aprirò nessun regalo e starò in casa da sola con mio papà tutto il giorno», scriveva ieri una ragazza di Codogno su Twitter. Oggi avrebbe dovuto festeggiare i suoi 17 anni insieme agli amici. Ma nel «deserto» gli unici palloncini che ha visto sono proprio sul social, dove moltissimi utenti, anche vip, le stanno mandando i loro auguri.

Nel frattempo i media di oltreconfine hanno ricostruito gli spostamenti del "paziente uno". Il 38enne il 2 febbraio corre con altri podisti a Portofino e a Santa Margherita Ligure disputando una mezza maratona, la “Le Due Perle”. Sono circa 1’200 gli iscritti, tra cui una ticinese. Il 9 febbraio l’uomo prende parte a una gara a Sant’Angelo Lodigiano. Sabato 15 febbraio partecipa a un corso della Croce Rossa a Codogno e poi a una partita di calcio a 11 con la sua squadra contro una cremasca. La sera, durante una cena, avverte i primi sintomi. Due giorni dopo riceve la visita a domicilio del medico e il 18 febbraio si reca per la prima volta al pronto soccorso dell’ospedale di Codogno. Per amici, conoscenti e tutte le persone che sono state a contatto con lui è scattata la quarantena.

Sono attualmente 59 i contagiati in Italia. C'è un primo paziente positivo anche a Milano: vive a Sesto San Giovanni ed è ricoverato all’ospedale San Raffaele da una settimana. 

Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità ha spiegato oggi che «oltre l'80% dei pazienti ha una malattia lieve e guarirà». «Nel 2% dei casi segnalati - ha continuato Tedros Adhanom Ghebreyesus -, il coronavirus è fatale e il rischio di morte aumenta con l'avanzare dell'età del paziente e con le condizioni di salute sottostanti».

Chi è il paziente zero?

Il 38enne di Codogno ha parlato sin da subito di avere avuto contatti (almeno due cene) tra fine gennaio e inizio febbraio con un manager di 28 anni che lavora in provincia di Piacenza che era tornato da un viaggio di lavoro in Cina. Ma i test sembrano dimostrare che non è lui il "paziente zero". «Non ha mai avuto il coronavirus e non ha sviluppato gli anticorp», ha detto ai cronisti di oltreconfine il viceministro della Salute italiano Pierpaolo Sileri. «Questo cambia tutto il quadro».

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